Pablo Neruda, poeta, politico e premio Nobel per la letteratura cileno, morì il 23 settembre 1973. Tumore alla prostata fu scritto come causa della morte sul suo certificato, ma negli ultimi cinquant’anni alcuni suoi parenti e conoscenti hanno sostenuto che Neruda fosse in realtà stato ucciso per via della sua opposizione al regime di Augusto Pinochet, che aveva preso il potere in Cile con un colpo di stato pochi giorni prima della sua morte. Mercoledì sono stati pubblicati i risultati di un nuovo studio che conferma la possibilità che sia in effetti andata così, pur senza rappresentare una conferma definitiva.
Nel 2013 l’ex autista di Neruda Manuel Araya aveva detto a un giornale messicano che poche ore prima di morire Neruda gli aveva telefonato dall’ospedale di Santiago del Cile nel quale era ricoverato, dicendo di aver subito un’iniezione nello stomaco mentre dormiva. Dopo queste dichiarazioni, un giudice aveva ordinato la riesumazione dei resti di Neruda che da allora sono stati esaminati da centri di medicina legale di diversi paesi. Nel 2015 il governo cileno aveva dichiarato che la responsabilità della morte di Neruda era «molto probabilmente» di una terza parte, e nel 2017 un gruppo di scienziati si era già espresso a favore dell’ipotesi dell’omicidio, escludendo che il poeta fosse morto a causa del suo tumore.
L’ultimo studio sul cadavere di Neruda è stato realizzato da un gruppo di ricercatori della McMaster University, in Canada, e dell’Università di Copenaghen, in Danimarca, ed è stato presentato a un tribunale cileno mercoledì. Lo studio si concentra sul Clostridium botulinum, il microrganismo responsabile del botulismo e usato più volte nel mondo come arma biologica, che era stato trovato nei denti di Neruda nel 2017. È stato confermato che il batterio era presente nei resti del poeta e che vi era presente al momento della sua morte, mentre è stata esclusa l’ipotesi che vi fosse arrivato dalla bara: nel suolo intorno alla tomba di Neruda non è stata trovata una concentrazione e un tipo di ceppi di C. botulinum compatibili con quelli presenti nei resti. È anche stato escluso che il batterio fosse arrivato nel corpo del poeta dall’ambiente circostante successivamente alla sua morte, perché il DNA del batterio era degradato in modo analogo a quello dei batteri della bocca di Neruda.
È quindi possibile che il C. botulinum sia stato la causa della morte del poeta, sebbene servano ulteriori indagini per stabilirlo o escluderlo, così come per dire in che modo il batterio sia entrato nel suo corpo.
L’11 settembre del 1973, 12 giorni prima che Neruda morisse, un colpo di stato militare aveva destituito l’allora presidente Salvador Allende – che era stato eletto democraticamente nel 1970 – e aveva portato al potere il generale Augusto Pinochet. Allende si era ucciso durante l’attacco al palazzo presidenziale e Neruda, che gli era molto legato, aveva cominciato a pianificare di fuggire in Messico. Un giorno prima della prevista partenza, però, era stato portato d’urgenza nell’ospedale dove era stato curato in precedenza per il cancro alla prostata scoperto quattro anni prima, ed era morto nel giro di poco tempo.
La morte sollevò da subito alcuni dubbi. Per esempio l’ambasciatore messicano in Cile Gonzalo Martínez Corbalá, che aveva visto Neruda due giorni prima della morte, raccontò che era sovrappeso, una cosa rara per un malato di cancro allo stadio terminale. Inizialmente le indagini sulla sua morte si concentrarono su un medico, un tale “dottor Price”, che era segnato come quello di turno in ospedale nella notte in cui Neruda sarebbe stato avvelenato. Price però non è mai stato trovato e probabilmente era solo un nome inventato per depistare le indagini.
Per confermare l’ipotesi di avvelenamento si potrebbe confrontare il DNA del C. botulinum trovato nei resti di Neruda con quello dei ceppi dei batteri usati nel 1981 per avvelenare alcuni prigionieri politici cileni.
Ora il tribunale cileno a cui sono stati sottoposti i risultati dello studio dovrà decidere se proseguire le indagini sulla morte di Neruda con ulteriori studi.