Si è spento lo scrittore israeliano Meir Shalev, autore di testi quali “La montagna blu” e “Il pane di Sarah“. I suoi libri sono stati particolarmente apprezzati anche in Italia.
Stando a quanto riportato in questi minuti dai media israeliani, Shalev è morto nella giornata del 11 aprile 2023, all’età di 74 anni. Non sono stati diffusi dettagli specifici, ma sembra che il suo decesso sia da imputare ad una lunga malattia, un cancro con il quale avrebbe avuto a che fare nel corso dell’ultimo periodo.
Nato a Nahalal il 29 luglio 1948, stesso anno della fondazione dello Stato di Israele, è definito dalle testate locali un gigante della sua generazione: figlio del poeta Yitzchak Shalev, è stato anche presentatore di radio e tv. Ha preso parte alla Guerra dei Sei Giorni del 1967 come soldato della Brigata Golani, così come nella cosiddetta Guerra dell’attrito con l’Egitto scoppiata tre anni più tardi: in quest’ultima occasione è stato anche ferito da fuoco amico.
La sua morte è stata salutata dal Presidente Isaac Herzog su Twitter, dove ha ricordato l’imminente 75° Giorno dell’Indipendenza (il 14 maggio): “È triste non poterlo celebrare con lui, come membro della generazione nata con la fondazione di Israele”.
Gli inizi della carriera di Meir Shalev sono stati proprio sul piccolo schermo e in radio, come presentatore di sketch comici. Ha condotto anche il programma “Erev Shabbat”, ma è nella letteratura che ha trovato vera gloria e successo.
Nel 1988 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La montagna blu”, il cui titolo originale ebraico è traducibile come “Romanzo russo“. Sei anni più tardi ha scritto invece “Per amore di una donna“, seguito da “Nella sua casa nel deserto” nel 1998. Tra i libri più apprezzati anche in Italia, si ricorda anche “Il pane di Sarah”, pubblicato nel 2004 sempre dalla casa editrice di Torino Frassinelli.
Per il settore narrativa, nella bibliografia di Meir Shalev si annoverano anche i recenti “È andata così” (2010), “Due vendette” (2013) e l’ultimo “Il mio giardino selvatico“, edito da Bompiani nel 2020.
All’attività narrativa ha affiancato quella dei libri per ragazzi. Ha cominciato nel 1982 con “Michael and the Monster of Jerusalem” ed è andato avanti, a cadenza regolare, per i successivi vent’anni, fino a “Uncle Aaron and his rain” del 2007.
Per molti anni, sottolineano le fonti israeliane, ha tenuto anche una rubrica settimanale nell’edizione del weekend del quotidiano Yediot Ahronot: un commento satirico alla politica e alla situazione società del suo Paese. Molti suoi libri sono stati tradotti in oltre 20 lingue, oltre ad essere stati adattati per opere teatrali e cinematografiche.