(dell’inviata Mauretta Capuano) – TORINO, 20 MAG – La matematica può essere un’avventura alla ricerca di noi stessi come mostra David Bessis nel suo libro Mathematica, uscito per Neri Pozza, che il 21 maggio, presenterà al Salone del Libro di Torino.
“Quando si pensa alla matematica si associa a formule, simboli, teoremi. Ma questa è solo la metà della matematica, ce ne è un’altra che non si vede perché sta nella nostra testa e bisogna trovare un modo per imbrigliarla per poterla esprimere. Questo è quello che io chiamo la matematica segreta.” dice all’ANSA Bessis, matematico francese formatosi all’Ecole Normale Superieure che attualmente dirige una società specializzata in intelligenza artificiale.
Questa seconda dimensione è fatta “di una sorta di gesti invisibili che accadono nella nostra testa e per riuscire ad apprezzarli bisogna cominciare a non avere più paura, a osare, immaginare, visualizzare quello che succede nella nostra testa.
È importante perché quando si smette di avere paura si comincia a giocare con queste idee e questo ci permette di progredire, di fare dei passi avanti e gradualmente ci fa capire sempre di più e diventare più intelligenti.” sottolinea Bessis che è al suo terzo libro.
L’intelligenza va allenata, vale lo stesso principio, dice il matematico, per cui “quando uno fa sport si trova in una condizione fisica migliore” Ad essere sbagliata per Bessis è proprio la definizione di matematica. “Si basa tutto su quella che è la parte visibile della matematica e anche chi deve insegnarla si rifà a questo contesto culturale a cui apparteniamo tutti perché anche a noi è stata insegnata così. I bambini quando imparano la matematica pensano che capirla sia una sorta di dono, come se fosse una fortuna biologica con cui nasci. È come se si insegnasse a nuotare ai bambini e il fatto di galleggiare fosse un dono divino. E’ solo una questione di aspettative”.
Bisognerebbe dunque cambiare il modo insegnarla? “Tutto si basa su una sorta di grosso malinteso che è estremamente radicato, profondo, che risale a oltre 2 mila anni fa, ad Euclide. In realtà Cartesio diceva che già per i greci la matematica era importante per imparare la filosofia. Anche lui si rendeva conto che c’erano due matematiche diverse. La matematica segreta è fondamentale come strumento per aiutare l’essere umano a progredire”. E come mai, ci ha provato anche Cartesio, nulla è cambiato da allora? “Mancavano le conoscenze che abbiamo adesso riguardo al nostro cervello piuttosto che alla plasticità mentale. Non eravamo consapevoli del fatto che si tratta, nel caso della matematica, di una tecnica che ci permette di far aumentare le nostre capacità neurologiche” dice Bessis che ha scritto questo libro come se fosse “un testo iniziatico che da un po’ l’idea della direzione che bisognerebbe seguire”.
“Quando si è adulti succede che talvolta ci sia una comprensione intuitiva delle cose che va nella direzione opposta della scienza, del sapere comune e si crea una sorta di scontro.
A quel punto hai due scelte davanti a te: o decidi in maniera umiliante di dire ‘la mia intuizione ha fallito, sto pensando a una cavolata’ oppure adotti un atteggiamento opposto ‘io la so più lunga di tutti, sono tutti idioti. In vece in realtà la matematica è una sorta di terza via che costituisce una dialogo tra questi due estremi. Grazie a questo dialogo riusciamo a capire che cosa stiamo pensando. E’ come se la matematica fosse una tecnica per migliorare la nostra chiarezza mentale e ci permettesse di avere delle parole per esprimere dei ragionamenti che sono intuitivi” afferma Bessis. .