(di Mauretta Capuano) – ROMA, 12 GIU – Un personaggio-capolavoro che abita una dimensione immateriale. E’ l’immagine di Silvio Berlusconi che ci restituisce Pietrangelo Buttafuoco in Beato Lui (pp 144, euro 17) che sarà in libreria la prossima settimana per Longanesi. Un libro indefinibile, un ‘panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi’ che non vuol essere un pamphlet politico e neppure un racconto epico o tragico.
“E’ un canovaccio pronto a diventare copione, la forma adatta a raccontare Berlusconi è lo spettacolo, è quella che rende meglio la sua specialissima natura, quella di incarnare al meglio l’identità italiana. E’ stato tutto, una verità e il suo esatto contrario” spiega all’ANSA Buttafuoco nel giorno della morte di Berlusconi.
“Ci sono stati tanti modi di raccontare Berlusconi, ci hanno provato attraverso il metodo della ricerca storica, la politologia, perfino attraverso la cronaca giudiziaria, ma la sua non è stata una tra le tante esperienze di espressioni della politica, ha saputo essere tanto e molto di più. Ho capito che c’è solo un modo di raccontarlo che è quello di essere restituito per la sua dimensione di personaggio che chiunque vorrebbe aver raccontato. Sicuramente lo avrebbe voluto fare Balzac, Shakespeare e la grande tradizione della commedia da Goldoni fino a Moliere” sottolinea lo scrittore.
Beato lui non è “una serie di sequenze messe in fila.
Berlusconi è presente nell’immaginario, già la notizia della sua morte è vissuta in una dimensione che è proprio immateriale. Una cosa è certa: sicuramente i posteri si ricorderanno di lui” afferma. “Il titolo che ho scelto non a caso è Beato Lui perché in Berlusconi si compendiano tutte le possibilità”. Nel libro c’è anche una parte immaginifica in cui si racconta la salita di Berlusconi al Quirinale. “Sì, è immaginifica, ma è verità perché la letteratura ti consente di prescindere dalla realtà altrimenti sarebbe cronaca. Sotto sotto tutti gli italiani se lo sognavano di averlo al Quirinale” dice Buttafuoco. “Il volume era già in prenotazione ad aprile presso i librai quando Berlusconi entrava in ospedale e nessuno più poteva sapere come sarebbe uscito. Abbiamo quindi deciso di posticiparlo e proprio perché mi sono avvalso della verità letteraria, mi sono ritrovato delle pagine che raccontavano ciò che non osavo immaginare: laddove c’era una folla che lo abbracciava nell’addio di un funerale, ho ricostruita la moltitudine che lo applaudiva all’ingresso nel Quirinale, finalmente eletto Capo di Stato. Beato Lui esce, e diventa Beato subito” sottolinea.
Aggiungerai qualcosa al libro sulla morte di Berlusconi? “No, lui è un canone a se stante, non ha bisogno del prima e del dopo, dell’alfa e dell’omega. Lui completa in se l’intero alfabeto. Con Giuliano Ferrara avevamo in animo di fare una cosa che poi abbiamo visto realizzata a Londra, un musical: My fair Papi, come novelli Garinei e Giovannini”.
Buttafuoco racconta gesta politiche, amici e nemici di Berlusconi seguendo la verità della letteratura. “Anche in vita molti dei suoi dichiarati nemici erano poi presi nel trasporto affettuoso nei suoi confronti mentre al contrario tanti dichiarati amici avevano degli interessi più che degli affetti.
Berlusconi ha realizzato quello che era il proposito della contestazione sessantottina: la fantasia al potere. Come la ha portata lui la fantasia al potere non lo ha fatto nessuno”.
“Era sinceramente innamorato dell’Italia, aveva tutti i motivi per fabbricarsi un adorato esilio, un altrettanto dorata pensione. Se pensi a quanti soldi ha speso per gli avvocati.
Anche le sue lungimiranze in politica estera le potevano consegnare a cose che hanno vissuto già altri nella nostra storia a cominciare da Enrico Mattei, lo stesso Bettino Craxi e invece lui è riuscito a evitarle senza rinunciare a dire la sua come nell’ultimo frangente della guerra in corso”. Dopo di lui cosa succederà? “Tutto si conclude con lui. L’unicità è tutta nella sua esperienza politica”. .