HISASHI KASHIWAI, LE PICCOLE STORIE DELLA LOCANDA KAMOGAWA (EINAUDI, PP. 156, EURO 16,50) La locanda Kamogawa è il luogo letterario-fantastico di Hisashi Kashiwai, scrittore e giornalista giapponese, geniale tessitore di trame gastronomiche punteggiate di soft mistery. Questo nuovo romanzo, edito da Einaudi e tradotto da Alessandro Passarella, è il secondo capitolo di una saga bestseller. Sempre per Einaudi nel 2023 è uscito Le ricette perdute del ristorante Kamogawa. Come Toshikazu Kawaguchi, autore del fortunato ciclo di Finché il caffè è caldo, Kashiwai narra di un posto ameno dove è possibile mangiare, abbandonarsi ai ricordi e rivivere emozioni forti. Il ristorante Kamogawa si trova a Kyoto, nascosto tra le stradine.
Qualcuno ci arriva dopo aver chiesto indicazioni in giro; l’edificio non si nota perché privo di insegna: è “una struttura a due piani dall’aria non troppo accogliente”. La mascotte del locale è un gatto tigrato di nome Pisolino, che fa bella mostra di sé anche graficamente, disegnato sulle pagine, in ogni capitolo. Proprietari del Kamogawa sono il cuoco-detective Nagare, maestro indiscusso dell’arte culinaria, e la figlia Koishi. Nagare è un investigatore particolare, non deve acciuffare pericolosi killer, bensì scovare ingredienti e riprodurre manicaretti del tempo che fu. Chi si rivolge a Nagare vuole conoscere i segreti di ricette gustose e memorabili, piatti assaggiati, in un passato recente o remoto, e mai più dimenticati. Nagare, Sherlock Holmes nipponico, dopo accurate ricerche, è in grado di cucinare fedelmente tutte le prelibatezze di cui gli si parla. Nagare, chef provetto, soddisfa le esigenze di ogni cliente: di un ragazzo ansioso di gustare ancora una volta lo squisito bento all’alga nori preparatogli dal padre; di una madre che chiede notizie su un prelibato hamburger divorato una volta dal figlio; di una donna che pagherebbe oro per gustare uno yakimeshi, tale e quale a quello di sua mamma. Molto spesso le persone che si rivolgono a Nagare soffrono a causa di relazioni complicate; alcuni di loro non parlano con i genitori. Il cibo diventa un modo per fare pace con i propri cari, per incollare i pezzi di legami logorati dall’orgoglio, dal rancore o dalla vergogna. Le piccole storie della locanda Kamogawa è un romanzo divertente, snello e lineare, strutturato in agili capitoli, ognuno contenente una novelletta-episodio. Un must per tutti gli appassionati di quella narrativa giapponese che mette in connessione gastronomia e relazioni sentimentali. Una lettura consigliata, inoltre, a chi adora la Madeleine di Proust, ovvero l’effetto che i cibi hanno sui ricordi.