WI’AM QUADAIH, DIARIO DA GAZA (TAMU EDIZIONI). Wi’am Qudaih, una giovane studentessa diciannovenne di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, dal 7 ottobre 2023, il giorno dell’attacco di Hamas contro Israele, ha cominciato a scrivere quello che stava accadendo nella sua vita quotidiana in pagine di quaderni che ora sono diventate un libro, ‘Diario da Gaza’, che esce il 14 marzo per Tamu Edizioni. “A Gaza si cresce fra una guerra e l’altra. La guerra arriva e ruba le nostre vite senza alcun permesso o preavviso. Nel 2014 ha rubato la vita di mia madre” racconta Qudaih.
Tradotto dall’arabo da Sami Hallac e Roberta Stracquadanio, il Diario ha la prefazione di Francesca Albanese, dal 2022 relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio palestinese occupato. “Il diario di Wi’am Qudaih è una narrazione secca e disarmante, che tiene assieme in una collezione di memorie la cronografia di un genocidio vissuto dall’interno” scrive Albanese.
“La versione in lingua italiana non è la traduzione di un preesistente volume pubblicato in arabo o in altre lingue, ma la prima edizione del Diari” viene precisato da Tamu Edizioni.
La scrittura di Qudaih cattura con lucidità e sensibilità il drammatico contrasto tra la normalità della vita precedente e l’orrore del presente, racconta gli esami di maturità appena superati nell’estate 2023, le uscite in macchina con le amiche, i progetti per il futuro interrotti bruscamente dall’inizio dell’assedio. Si assiste al graduale disintegrarsi della normalità e all’emergere di una realtà dominata dalla distruzione, dalla paura e dall’incertezza.
“E mentre stavo cercando di descrivere la gioia della partita, l’ilarità, le urla di entusiasmo, come ridevamo del pessimo stato delle divise dei giocatori… esattamente quando mettevo giù la frase ‘le nostre risate non mi spaventano più’, i quadcopter, come se immaginassero quello che stavo scrivendo, si sono messi a sparare. Il rumore era proprio vicino. Sembrava un messaggio: ‘Torna ad avere paura’, oppure: ‘Non smettere di avere paura’”.
Wi’am raccoglie e documenta con rispetto e delicatezza anche le storie di altre persone coinvolte nel conflitto, creando un mosaico di voci che restituisce dignità e umanità alle statistiche anonime.
In un’epoca in cui l’informazione rischia di diventare frammentaria e desensibilizzante, il diario di Qudaih rappresenta un antidoto al distacco emotivo. La sua scrittura immediata e autentica ci permette di entrare in contatto con la realtà vissuta dai civili palestinesi.
Nata nel 2005 a Khan Yunis, Qudaih aveva appena concluso le scuole superiori quando è iniziato il conflitto . Tra le sue aspirazioni c’è quella di studiare scrittura e sceneggiatura, con l’ambizione di pubblicare un romanzo – sogni che continua a coltivare nonostante le circostanze estremamente avverse.
Testimonianza storica, questo libro, come spiega in una nota la casa editrice, è anche un “potente appello alla coscienza collettiva. Attraverso le parole di Wi’am, siamo invitati a riflettere sulla resilienza umana di fronte alle avversità più estreme e sul valore inestimabile della memoria come atto di resistenza”.