In “Cent’anni di solitudine”, capolavoro senza tempo, lo scrittore Gabriel García Márquez racconta la storia di una famiglia, i Buendìa, in un’immaginaria cittadina della Colombia chiamata Macondo. Le generazioni si susseguono durante la lettura tra amori, incesti, guerre e litigi. Un libro che lascia il segno, una celebrazione delle radici e dei costumi ricamata in una trama di realtà e leggende.
Riassumere la trama di questo libro è quasi impossibile. La storia della famiglia Buendía ha inizio quando il patriarca Jose Arcadio Buendía fonda l’immaginaria città di Macondo, in Colombia. Da qui nasceranno sette generazioni, intrecci di infiniti personaggi e aspetti magici e mistici si mescolano alla storia dell’epoca rendendo questo un libro unico. Ursula Iguarán, moglie di Jose, è la più vecchia donna di casa e arriverà a conoscere quasi tutti i membri della famiglia. Tra questi vi sono chiaroveggenti, alchimisti, colonnelli, dittatori, imprenditori, ricamatrici, ribelli, suicidi, zingari, soldati, prostitute girovaghe e gigolò. Ogni personaggio del libro insegue una meta, che spesso si rivela effimera: dagli amori irraggiungibili o proibiti, ai sogni il più delle volte mai realizzati.
Il libro racconta i cento anni della solitudine di Macondo e della famiglia Buendía. La soledad è una situazione mentale, una sorta di introversione psicologica che i discendenti ereditano dal patriarca José Arcadio. Questo tratto si trasmette di padre in figlio secondo due differenti modalità: sotto forma di attività irrequieta ed eterogenea o, in seconda istanza, come risolutezza paranoica per imprese gratuite e senza futuro. In entrambi i casi si tratta di un’avversione a tutto ciò che è pratico, costruttivo, prosaico. Le diverse vicende e i numerosi caratteri dei Buendía rappresentano un assortimento di tipi di soledad, che in alcuni si fa permanente e in altri acquisita.
La solitudine corrisponde per Marquez all’incapacità di amare e di offrire solidarietà. È uno degli ingredienti fondamentali delle vite dei personaggi della famiglia Buondìa. Spesso l’espressione della solitudine è affidata sempre alla prolessi: anticipando il futuro in un presente incerto e usando questa anticipazione come pretesto per raccontare un passato mitico ma altrettanto solitario.
La solitudine per Marquez accompagna l’uomo per tutta la vita.