Il 4 agosto 1944 ad Amsterdam la Gestapo fece irruzione nell’alloggio segreto della quindicenne #AnnaFrank, una pagina che l’adolescente non ebbe modo di scrivere sul suo diario.
Anna Frank nacque nel 1929 a Francoforte da una famiglia delle borghesia ebraica, fuggita a causa dell’antisemitismo in Olanda. Che però fu invasa dai nazisti. Morì nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel marzo del 1945.
Anna e la sua famiglia furono traditi, arrestati, prelevati dall’alloggio in cui erano rimasti nascosti per due anni e poi deportati nei campi di concentramento. Il toccante diario di Anna Frank è fermo a quel giorno.
Il Diario di Anna Frank è stato tradotto in oltre 70 lingue e ha venduto oltre 30 milioni di copie.
Nel 1933, Otto ed Edith Frank e le figlie Margot e Anna fuggirono dalla Germania nazista e si stabilirono nei Paesi Bassi, ma nell’estate del 1942 per gli ebrei olandesi la vita era sempre più dura. Furono costretti a indossare le stelle gialle e fu proibito loro di lavorare, spostarsi in tram, sedersi su una panchina nel parco e persino andare in bicicletta.
Così quel luglio, dopo che la sedicenne Margot fu convocata per lavorare in un campo di lavoro tedesco, la famiglia decise di nascondersi nei piani superiori dell’azienda di Otto Frank ad Amsterdam.
A loro si unì un’altra famiglia: Auguste ed Hermann Van Pels con il figlio Peter e un dentista di nome Fritz Pfeffer.
Per più di due anni hanno vissuto in clandestinità, costretti in spazi angusti, ma nell’agosto 1942 speravano che la città presto sarebbe stata liberata dagli Alleati.
Ho la sensazione che gli amici ci stiano avvicinando
ha scritto Anna nel suo diario.
Ma le famiglie erano tutt’altro che al sicuro: sulla testa degli ebrei pendeva una taglia e Amsterdam era piena di informatori e funzionari nazisti. Nei Paesi Bassi 100.000 ebrei erano già stati inviati nei campi di sterminio.