La regina Elisabetta II è mancata pacificamente giovedì 8 settembre a Balmoral, in Scozia. Ad annunciarlo è stata la BBC: la sovrana, 96 anni, si è spenta nella residenza scozzese di Balmoral, dove le sue condizioni – fragili negli ultimi tempi nonostante la tempra ferrea – si erano aggravate nelle sue ultime ore. “Sua Maestà è morta serenamente oggi pomeriggio a Balmoral” dice il conduttore, citando la nota di Buckingham Palace.
Andiamo a scoprire meglio la storia di questa regina, dalla sua personalità al matrimonio con il principe Filippo di Edimburgo.
Nata Elisabetta Alessandra Maria (Elizabeth Alexandra Mary) il 21 aprile 1926 a Londra, era la figlia maggiore di re Giorgio VI e della moglie Elisabetta-Bowes Lyon, prima Duchessa di York e poi regina consorte, nonché regina madre. Le venne imposto il nome di sua madre, mentre i suoi due nomi successivi sono quelli rispettivamente della bisnonna paterna, la regina Alessandra, e della nonna paterna, la regina Maria di Teck. Dai familiari più vicini fu, comunque, sempre chiamata “Lilibet“, soprannome che lei stessa si diede. Ebbe un buon rapporto specialmente con il nonno Giorgio V e le fu dato il merito di averlo sostenuto durante la malattia che lo colpì nel 1929.
Nel 1930 divenne la sorella maggiore di Margaret. Le due principesse vennero istruite a casa sotto la supervisione della madre e della loro governante, Marion Crawford, chiamata affettuosamente “Crawfie”. Le lezioni si concentravano sulla storia, la lingua, la letteratura e la musica. Le vennero insegnate alcune lingue moderne, come il francese, che parlava correttamente. Nel 1950 la Crawford pubblicò The little princesses, un libro che raccontava l’infanzia delle due principesse. Su Elisabetta si descrive il suo comportamento responsabile e la sua compostezza, passando alle sue passioni come i cani e i cavalli.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, a settembre del 1939, Elisabetta II aveva 13 anni.
Ci furono suggerimenti affinché le principesse venissero trasferite in Canada, al sicuro dai bombardamenti aerei, ma la madre si rifiutò di prenderli in considerazione. Lei e la sorella minore Margaret furono evacuate al castello di Balmoral, in Scozia, fino al Natale del 1939. In seguito si spostarono alla residenza di Sandringham, nella contea di Norfolk. Dal febbraio al maggio del 1940 le due principesse vissero presso il Royal Lodge, a Windsor, ed infine si stabilirono nel castello, dove rimasero per buona parte dei successivi cinque anni.
Nel 1940 la quattordicenne Elisabetta fece il suo primo annuncio radiofonico, durante il programma Children’s Hour, trasmesso dalla BBC, indirizzandolo ad altri bambini che, come lei, erano stati evacuati. La principessa disse:
Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare i nostri valorosi marinai, i soldati e gli aviatori e stiamo anche cercando di sopportare la nostra parte di pericolo e di tristezza per la guerra. Tutti noi sappiamo che, alla fine, tutto andrà per il meglio.
All’avvicinarsi del suo diciottesimo compleanno, il Parlamento cambiò la normativa e le permise di essere nominata “Consigliere di Stato”, così da poter sostituire suo padre in caso di incapacità o assenza.
Nel febbraio 1945 Elisabetta convinse il padre a consentirle di partecipare personalmente allo sforzo per la guerra. Si unì al Servizio Ausiliare Territoriale (Auxiliary Territorial Service) (ATS) dove era conosciuta con l’identificativo “n. 230873” Secondo Subalterno Elisabetta Windsor, e venne addestrata come autista e meccanico; fu promossa Comandante onorario junior cinque mesi più tardi.
Nella Giornata della Vittoria in Europa, l’8 maggio del 1945, la Principessa Elisabetta e Margaret si mescolarono, in segreto, alla folla esultante nelle strade di Londra. In seguito Elisabetta ricorderà:
Chiedemmo ai nostri genitori se potessimo uscire e andare a vedere. Ricordo che avevamo paura di essere riconosciute. […] Ricordo file di sconosciuti a braccetto camminare lungo Whitehall, tutti ci lasciavamo trascinare da un’ondata di gioia e sollievo.
Elisabetta compì la sua prima visita ufficiale oltremare nel 1947, accompagnando i genitori in Sudafrica. Durante la visita, il giorno del suo ventunesimo compleanno, l’erede al trono rilasciò un discorso radiofonico, indirizzato al Commonwealth Britannico, dichiarando il suo impegno a dedicare la propria vita al servizio della gente del Commonwealth e dell’Impero:
I declare before you all, that my whole life, whether it be long or short, shall be devoted to your service and the service of our great imperial family to which we all belong
Io dichiaro davanti a voi tutti che la mia intera vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo
Elisabetta incontrò il suo futuro marito, il principe Filippo di Grecia e Danimarca, per la prima volta nel 1934 e, poi, nel 1937. Era un suo cugino di terzo grado, essendo entrambi tris-nipoti della regina Vittoria e diretti discendenti di Cristiano IX di Danimarca. Filippo inoltre era nipote di re Giorgio I di Grecia‘. Dopo un altro incontro presso la Royal Naval College di Dartmouth, nel luglio del 1939, Elisabetta, allora solo tredicenne, disse di essersi innamorata di Filippo ed iniziò uno scambio di lettere con lui. Il 9 luglio 1947, quando lei aveva ventuno anni, il loro fidanzamento fu ufficialmente annunciato. Il fidanzamento destò critiche: Filippo non era di statura economica adeguata, era nato all’estero e aveva sorelle sposate con aristocratici tedeschi legati al Nazismo.
Filippo Mountbatten dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, assumendo la semplice qualifica di tenente, e si convertì dal Cristianesimo ortodosso all’Anglicanesimo. Poco prima del matrimonio fu nominato Duca di Edimburgo e gli fu conferito il titolo di “Sua Altezza Reale” (His Royal Highness).
Elisabetta e Filippo si sposarono il 20 novembre 1947 presso l’Abbazia di Westminster. Dopo le nozze i coniugi abitarono a Clarence House, a Londra. Il 14 novembre 1948 vide la luce il loro primo figlio, Carlo. Diverse settimane prima erano state emesse “lettere patenti” affinché i figli della coppia potessero godere di diritti principeschi e reali, ai quali, altrimenti, non avrebbero avuto diritto perché sarebbero stati considerati come figli di un duca. Nel 1950 nacque la secondogenita Anna. Gli altri due figli sarebbero arrivati solo dopo l’ascesa al trono: nel 1960 Andrea e nel 1964 Edoardo. Benché la casata reale si chiami Windsor, è stato decretato per mezzo di un Order-in-Council del 1960 che i discendenti di Elisabetta e Filippo possano portare il cognome personale di Mountbatten-Windsor.
La salute del padre Giorgio VI, già affetto da tumore ai polmoni, declinò nel 1951, ed Elisabetta dovette rimpiazzarlo in numerosi eventi pubblici e visite ufficiali. Durante gli ultimi viaggi, il segretario privato della Principessa Martin Charteris portò con sé una bozza della dichiarazione di successione, da usare nel caso in cui il re fosse deceduto mentre Elisabetta si trovava all’estero. Nel gennaio 1952 Elisabetta e Filippo partirono per un lungo viaggio, diretti in Australia e Nuova Zelanda, e passando per i territori africani. Fu proprio mentre la coppia si trovava in visita ufficiale in Kenya che la Principessa venne informata della morte del padre, avvenuta a seguito di un infarto il 6 febbraio 1952. Fu il marito Filippo a dare la notizia alla nuova regina. Quando Martin Charteris le chiese quale nome regale volesse usare, lei scelse di continuare ad usare il proprio, cioè Elisabetta. Venne proclamata Regina in tutti i suoi regni, mentre la coppia reale e tutto il suo seguito fecero ritorno nel Regno Unito.
Elisabetta aveva idee conservatrici in materia di religione, moralità e affari di famiglia. Aveva un forte senso dei doveri religiosi e prendeva seriamente il giuramento fatto il giorno della sua incoronazione, al punto che una sua abdicazione era considerata improbabile. Come sua madre, biasimò suo zio Edoardo VIII per avere abbandonato il suo ruolo e obbligato suo padre a diventare re, cosa che pensava avesse accorciato la sua vita di parecchi anni. Per anni rifiutò di acconsentire alla relazione del figlio Carlo, principe del Galles, con Camilla Shand, poi duchessa di Cornovaglia.
Le vedute politiche di Elisabetta sono state assai poco manifeste, essendosi sempre astenuta dal dire o fare in pubblico alcunché potesse rivelarle e conservando relazioni cordiali con i politici di tutti i partiti. Si crede che i suoi Primi Ministri preferiti siano stati Winston Churchill , Harold Macmillan e Harold Wilson. Tra i meno amati ci fu indubbiamente Margaret Thatcher, con la quale ebbe un rapporto altalenante. Nei confronti di Tony Blair il buon rapporto durante i primi anni del suo ufficio di Primo ministro si incrinò verso la fine del mandato, quando la regina pensava di non essere tenuta sufficientemente informata riguardo agli affari di Stato.
I soli argomenti pubblici sui quali la regina abbia reso pubbliche le sue opinioni sono quelli riguardanti l’unità dei suoi regni, inclusi Canada e Australia. Si è espressa in favore della continuità dell’unione tra Inghilterra e Scozia, facendo irritare alcuni nazionalisti scozzesi. I suoi discorsi di lode per l’ Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord avevano sollevato alcune lamentele da parte di alcuni Unionisti nel Partito Unionista Democratico che si erano opposti all’intesa. Poi, sia pure senza esprimersi direttamente contro la Sovranità del Québec, lodò pubblicamente l’unità del Canada e espresse chiaramente il suo desiderio di continuare a vedere il Paese unito.
Piuttosto conservatrice nella foggia del vestire, la regina era famosa invece per i soprabiti dai colori forti e per i cappelli decorativi, che le consentivano di essere vista facilmente nella folla. Anche se frequentava molti eventi culturali, nella vita privata si dice che avesse poco interesse per cultura e arte. Al contrario ha coltivato un’intensa passione per le corse dei cavalli, interessandosi anche di fotografia e dei cani, preferendo la razza welsh corgi pembroke. I cani di questa razza posseduti dalla regina vennero chiamati corgi reali. Simpatizzava per la squadra di calcio londinese dell’Arsenal.
Negli anni, l’immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita, partendo dal rigore che si era autoimposta, restando tuttavia riservata in pubblico. È stata vista ridere, sorridere e commuoversi, e si è visto che ha versato alcune lacrime durante alcune cerimonie ufficiali come nel giorno di commemorazione del 2002, ai funerali della sorella Margaret e del coniuge Filippo.