È morto, dopo una lunga malattia, Ernesto Ferrero. Aveva 85 anni ed era un uomo raffinato, di stile, grande organizzatore culturale. Tutti lo ricordano come il signore dei libri perché di quel vasto mondo nella sua biografia compaiono tutti gli aspetti. Ferrero era un po’ tutto: editore, scrittore, critico letterario, traduttore. E in ognuno di questi ambiti ha lasciato la sua impronta e la sua eredità. Il suo nome è legato in particolare alla casa editrice Einaudi e al Salone del Libro che ha diretto dal 1998 al 2016 e che oggi guarda al suo esempio come “una guida per gli anni che verranno”.
Nato a Torino il 6 maggio 1938, Ferrero ha iniziato la sua attività all’Einaudi nel 1963 come responsabile dell’ufficio stampa, diventando poi direttore letterario e infine, dal 1984 al 1989, direttore editoriale. È stato anche segretario generale di Bollati Boringhieri, direttore editoriale di Garzanti, direttore letterario di Arnoldo Mondadori Editore. Ha scritto tantissimi libri di narrativa – tra i più recenti Francesco e il sultano, pubblicato da Einaudi nel 2019 – saggi, libri di memorie, libri per bambini. Il suo ultimo libro, Italo, uscito da pochi giorni, è dedicato a Calvino nel centenario della nascita. Nel 2000 ha vinto il Premio Strega con N. che ricostruisce l’esilio di Napoleone all’Elba.
Come critico letterario si è occupato non solo di Calvino, ma anche di Emilio Gadda e Primo Levi. Come traduttore ha fatto conoscere agli italiani le opere di Celine, Flaubert e Perec. Ha collaborato a lungo con La Stampa. È stato presidente onorario del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino e presidente delle giurie di diversi premi letterari, faceva parte del comitato direttivo del Premio Strega. Nel 2012 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli ha conferito l’onorificenza di commendatore all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.
“La sua visione e il suo lavoro – afferma il Salone del Libro – hanno trasformato il Salone Internazionale del Libro, che ha diretto dal 1998 al 2016, in un luogo di incontro, dialogo e confronto tra autrici e autori, lettrici e lettori, uno spazio in cui l’amore per la lettura e la conoscenza hanno creato anno dopo anno una comunità sempre più grande”. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori Innocenzo Cipolletta. ricorda che Ferrero “ha scritto pagine importanti della storia dell’editoria italiana”, mentre l’Adei, l’Associazione degli editori indipendenti, saluta “l’intellettuale raffinato e grande amico dei libri”. “Se ne va un maestro, un uomo colto, un grande scrittore. Da oggi chiunque ami i libri è un po’ più solo. A mitigare la tristezza solo la convinzione che il suo esempio e la sua passione non ci lasceranno mai” dice Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori. “Piango un amico, un intellettuale profondo, generoso e sensibile che amava le parole e il mondo, un uomo gentile e sapiente” commenta Elena Loewenthal, direttrice della Fondazione.
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo parla di “un intellettuale che ha dedicato la sua vita ai libri, acuto osservatore del mondo, uomo di cultura profonda che ha contribuito a rendere grande e internazionale il Salone del Libro”. “La sua scomparsa lascia un vuoto immenso e ci consegna una importante eredità: contribuire a valorizzare e diffondere la cultura italiana nel nostro Paese, proprio come lui ha fatto durante tutta la sua vita” osserva il ministro per la Pubblica amministrazione, e senatore di Forza Italia, Paolo Zangrillo.
L’addio a Ferrero sarà giovedì mattina alle 11 alla chiesa della Madonna del Pilone a Torino.