(dell’inviata Mauretta Capuano) Punta alla qualità il Salone del Libro di Torino più grande di sempre con 137.000 metri quadrati di spazi, un intero padiglione dedicato per la prima volta ai giovani, oltre 800 stand, 51 sale e 180 laboratori. “Sono molto contenta perché è un bellissimo programma di grande qualità e mi sembra sia questo tutto quello che conta. Ci sono tantissimi eventi italiani, internazionali, molto importanti. Sarà difficile fare di meglio l’anno prossimo” dice Annalena Benini, prima donna a dirigere la parte editoriale della kermesse, all’inaugurazione con i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Molto gradita dal ministro della Cultura la scelta del motto ‘Vita immaginaria’ di questa edizione che parte con uno spirito che guarda al positivo e l’arrivo di due big della letteratura: Salman Rushdie, attesissimo in Italia, per la prima volta dopo l’accoltellamento del 12 agosto 2022, con ‘Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio’ (Mondadori), che dice: “Ho sentito del contenzioso tra la signora Meloni e Roberto Saviano. A rischio mio personale devo dire che i politici dovrebbero farsi la pelle un po’ più dura perché un politico al giorno d’oggi oltre ad avere grande potere ha anche molta autorità”, “io a questa signora darei un consiglio di essere meno infantile e di crescere”. Molto attesa anche la lectio magistralis della grande scrittrice americana Elizabeth Strout a Torino con ‘Lucy davanti al mare’ (Einaudi).
Caloroso prima del taglio del nastro il ricordo di Ernesto Ferrero, “una persona a noi molto cara. È stato un grande direttore di questo Salone”, sottolinea il sindaco di Torino, Stefano Lorusso. Ad accendere l’atmosfera la cancellazione della presentazione del libro di Vittorio Sgarbi su Michelangelo, Stupore e paura (La nave di Teseo), perché candidato per Fratelli d’Italia nella circoscrizione Italia Meridionale alle europee di sabato 8 e domenica 9 giugno. E domani si attende il firmacopie di Matteo Salvini allo stand Piemme ‘Controvento – l’Italia che non si arrende’. “Seguiamo le regole della campagna elettorale: i politici candidati, mi sembra anche una questione di eleganza, non possono presentare i libri, ma il Salone è aperto a tutti”, spiega Benini.
“Ogni libro è una nuova vita e quindi ogni libro finisce per essere un fondamentale e insostituibile alimento dello spirito per ciascuno di noi. Il libro è un momento di confronto con l’altro. Ti migliora, crea cittadini più consapevoli” dice Sangiuliano che fa i complimenti e gli auguri a Benini: “Quando fu nominata ci fu una grande letteratura giornalistica molto di fantasia. L’ho conosciuta un mese e mezzo fa, mi ha raccontato le idee che aveva e io mi sono limitato ad ascoltarla. Voglio farle gli auguri, vorrei che questo Salone fosse di idee plurali e di confronto”. E Benini conferma di aver “potuto lavorare in grande libertà, con il sostegno di persone bravissime, preparate e appassionate”. Tanti i giovani, i ragazzi, le ragazze e i bambini che fin dalle prime ore dell’apertura affollano il piazzale e gli stand davanti al Lingotto. “Il libro è uno strumento essenziale per la formazione dei giovani. L’ho sostenuto anche a Bruxelles durante il Consiglio dei ministri dell’Unione europea, trovando un ampio consenso e vedo che molti Paesi europei stanno incoraggiando se non obbligando all’utilizzo del libro nelle scuole primarie, perché il libro invita al pensiero profondo, a un confronto con l’autore, favorisce la fantasia invece del grande oceano di Internet” sottolinea Valditara, convinto che sia “sbagliato che ci sia qualcuno in Italia che chieda di interrompere i rapporti scientifici con Israele e che addirittura impedisca di leggere libri di autori israeliani”. Sangiuliano ricorda le tante cose fatte per il libro e la lettura: la Carta giovani e la Carta del merito che consentono soprattutto l’acquisto di libri. “Stiamo per varare un’altra Carta Libri aperta alle persone disagiate e portando avanti la legge sul libro dove i punti fondamentali sono due: finanziare l’apertura di nuove librerie nelle periferie. Dare anche risorse a fondo perduto a quei giovani che vogliono diventare imprenditori del libro in periferia. Serve anche un provvedimento che apponga un vincolo istituzionale alle bellissime librerie dei centri storici che stanno sparendo”. Al ministro della Cultura piacerebbe che “a Torino, la finanziamo noi, si facesse una grande mostra dedicata alla figura di Piero Gobetti, questo straordinario intellettuale che da giovanissimo enunciava concetti e valori che hanno ancora un grande e profondo significato”. Al Salone che ha accolto il Tedesco Lingua Ospite, tra gli obiettivi una sempre maggiore internazionalizzazione, anche in vista della Buchmesse di Francoforte 2024 che vedrà l’Italia Paese Ospite d’Onore. Nel suo giro tra gli stand del padiglione Oval il ministro parla dei legami antichi e profondi con la cultura di lingua tedesca che “noi vogliamo rinnovare” e ringraziato la Fiera di Francoforte per “aver pensato all’Italia quale Paese d’onore”. L’editoria italiana, tiene a precisare l’ambasciatore Lorenzo Galanti, direttore generale Ice, è la terza in Europa, dopo Germania e Francia”, e non bisogna avere paura dell’IA, ma governarla, è stato un po’ il coro unanime.