(di Mauretta Capuano) ANTONELLA LATTANZI, CAPIRE IL CUORE ALTRUI (HARPER COLLINS, PP 171, EURO 18,00) È il demone del desiderio a muovere ogni azione di Emma Bovary. Lo mostra bene Antonella Lattanzi nel libro ‘Capire il cuore altrui’ con cui ha voluto rendere giustizia a una figura che viene “relegata a eroina corrotta”.
Ossessionata dal romanzo di Gustave Flaubert che ha letto e riletto e continua a leggere e ogni volta trova un passaggio diverso che la stupisce, Lattanzi ha deciso di raccontare il suo rapporto con questo personaggio. “Non ho voluto scrivere un saggio serioso, ce ne sono tantissimi, ma una narrazione, un piccolo romanzo. I libri sono pezzi di quello che sei tu” dice all’ANSA Lattanzi che presenterà il libro il 20 novembre alle 18.00 alla Feltrinelli di Largo Argentina, a Roma, con Giulia Caminito.
“Emma Bovary è una delle figure meno conosciute dei classici.
Molti pensano di conoscerla. Hanno letto il libro molto giovani e non lo hanno più ripreso in mano. Madame Bovary soffre del pregiudizio, del bovarismo. È un romanzo di grande sostanza e invece si è sedimentata un’idea sbagliata di Emma come di una donnina inutile. C’è poca voglia di leggerla per questo” spiega la scrittrice. “Tutto parte da tre righe di cronaca, da uno stralcio di giornale: una donna che tradisce il marito, sperpera i suoi soldi e muore. Ma la grande letteratura riesce, grazie allo stile, alle parole a creare tutto quello che ha fatto Flaubert con Madame Bovary che è una donna che sfugge a qualsiasi tipo di definizione. Emma è donna e uomo nello stesso tempo. Nel finale mostra un coraggio incredibile. C’è un passo in cui lei non ha più soldi, sta passando da un amante all’altro, cerca qualcuno che la aiuti a non andare in fallimento. Passa dal notaio. Lui le propone uno scambio sessuale e lei dice sono da compiangere, non da vendere e se ne va. Mentre Anna Karenina è proprio donna. Pensa devo fare la brava, non mi devo incazzare” sottolinea Lattanzi.
La scrittrice racconta anche aneddoti personali, quando in famiglia si appartava per leggere il libro, o quando leggeva i passi preferiti agli amici o ancora quando si è salvata da una relazione tossica grazie a Madame Bovary. “Sono stata strappata da una relazione violenta da Emma perché mi ha insegnato che potevo farcela da sola. Mi ha fatto capire l’importanza delle bugie e che vale la pena sempre buttarsi e poi devi affrontare le conseguenze” racconta Lattanzi.
“Quando Emma sceglie di morire non si butta sotto un treno come Anna Karenina, ma prende una dose di arsenico. Ho scritto questo libro soprattutto perché vorrei che lo leggessero anche i ragazzi e le ragazze. È un libro leggero, non è un saggio pesante. Io sarei stata contenta di avvicinarmi a classici in questo modo” afferma.
Capire il cuore altrui parla anche, ma non così approfonditamente, di altre ossessioni della scrittrice, da Anna Karenina al documentario Deep Water e da Sotto il vulcano di Malcolm Lowry a Beppe Fenoglio e c’è anche Memoriale di Paolo Volponi, “un libro poco conosciuto ma potente”. “Ho voluto creare una specie di percorso creativo culturale, narrativo tra libri, film e documentari che fossero guidati dal desiderio.
Tutta la letteratura si basa su questo, ma in alcuni casi in forma maggiore. Per parlare di un libro devi parlare di tutto, Deep Water è la storia di un uomo che ha fatto un’impresa incredibile, ha vinto una regata intorno al mondo, in teoria per salvare la sua famiglia dal fallimento economico, in realtà per un desiderio di riscatto. Il desiderio risucchia come accade a Geoffrey Firmin in Sotto il vulcano di Malcolm Lowry o in Anna Karenina di Lev Tolstoj”.
In questo progetto di Scrittori che parlano di Scrittori lei ha scelto di parlare di un personaggio ma si è soffermata anche sulla biografia di Gustave Flaubert e sul rapporto tra gli scrittori e le loro opere. “Flaubert è riuscito a entrare nello spirito di Emma ma era misogino, un po’ come a suo modo George Simenon. L’equazione fra grandi scrittori e grandi persone non coincide spesso. Flaubert trova la sua vita solo nella scrittura. Capiva il cuore altrui solo nei libri e forse per questo è stato un autore così grande. Anche Simenon che amo è stato un uomo orribile” dice Lattanzi che sta finendo di scrivere la sceneggiatura del suo romanzo Questo giorno che incombe con cui ha vinto i Premi Vittorini e Scerbanenco e sta pensando ai romanzi futuri.