Lo scrittore Riccardo Bacchelli (1891-1985) era tra gli autori candidati al Premio Nobel della Letteratura del 1973, poi vinto dall’australiano Patrick White.
Come avviene all’inizio di ogni anno, l’Accademia Svedese ha desecretato le carte relative agli archivi di cinquant’anni fa.
Insieme a lui, tra gli italiani in lizza quell’anno, comparivano anche Eugenio Montale (che poi otterrà il Nobel nel 1975) e Alberto Moravia. “La notizia – commenta il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri – conferma quanto i nostri autori, e quelli legati al nostro territorio, siano un veicolo per raccontare e far conoscere la storia di Ferrara. Bacchelli l’ha fatta conoscere nel mondo, tanto da farla diventare un esempio per raccontare la grande storia collettiva a cavallo tra Otto e Novecento”.
L’Accademia ha annunciato l’apertura dei documenti dell’epoca e tra i cento nomi in lista figurano 19 prime nomination, compresi i futuri vincitori Vicente Aleixandre (1977) e Isaac Bashevis Singer (1978), così come Albert Cohen, Yaşar Kemal e Henry Miller. Il nome di Bacchelli, autore tra l’altro del romanzo epico ‘Il mulino del Po’, era stato suggerito dal linguista Giovanni Nencioni, presidente dell’Accademia della Crusca, e dal matematico Beniamino Segre, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Dal romanzo di Bacchelli fu poi tratto sia un film (di Alberto Lattuada, nel 1949) che uno sceneggiato televisivo Rai nel 1963, nato dalla collaborazione dello scrittore bolognese con il regista Sandro Bolchi. Racconta una corposa saga familiare ambientata nel Ferrarese, che va dal 1812, con la campagna napoleonica di Russia, al 1918, con la conclusione della Prima guerra mondiale.
Negli ultimi anni di vita, cieco e malato, Bacchelli versò in condizioni economiche precarie. Si sollecitò la creazione di un fondo statale per gli intellettuali caduti in povertà: la legge Bacchelli che porta il suo nome nacque a questo scopo nell’estate 1985. Lo scrittore non fece però in tempo a usufruirne: morì a Monza nell’ottobre dello stesso anno.