– UDINE, 19 GIU – “Il negazionismo è un atteggiamento ignobile, e quello riferito alla Shoah, appoggiato anche da intellettuali, è una vergogna diffusa: non c’è dubbio che contro questo bisogna battersi, così come contro ogni tipo di fake news”. Lo ha detto in un incontro online lo storico e saggista Carlo Ginzburg, vincitore del Premio Hemingway 2023 nella sezione L’Avventura del pensiero. Il riconoscimento, promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro (Udine) e curato da fondazione Pordenonelegge, gli sarà consegnato nella città balneare friulana sabato 24 giugno.
“Le fake news – ha proseguito Ginzburg – oggi amplificate dalle nuove tecnologie, sono sempre esistite nella storia: pensiamo alla Donazione di Costantino, un falso smascherato dal grande umanista Lorenzo Valla attraverso un testo straordinario.
Pensare di fare il mestiere dello storico senza gli strumenti proposti da Valla in maniera esemplare vuol dire che può accadere che anche degli storici credano alla autenticità dei Diari di Hitler”.
Lo studioso, autore di celebri opere anche legate al Friuli all’epoca dell’Inquisizione come I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento (1966) e Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500 (1976), ma anche alla storia dell’arte, come il saggio Indagini su Piero. Il Battesimo, il ciclo di Arezzo, la Flagellazione di Urbino (1981), si è poi soffermato sul tema della verità.
“C’è chi la considera labile – ha detto – così come è accaduto per il caso disastroso del rifiuto dei vaccini, ma è un tema per me più che mai importante e attuale. Ho partecipato in Perù a un convegno sulla post verità che è una pura fandonia. Il crescente e diffuso atteggiamento di rifiuto della scienza fa parte di una lunga storia; l’oppio dei popoli ha molte facce e il rifiuto della scienza è una di queste. Un oppiaceo di cui parte della popolazione si nutre – ha concluso – più evidente che in passato anche a causa del suo riverbero sui social media”. .