GIANRICO CAROFIGLIO, ELOGIO DELL’IGNORANZA E DELL’ERRORE (EINAUDI, PP. 87, EURO 12.50) Insuccessi, svarioni, fallimenti sono davvero tanto deleteri? Non sempre, è la risposta suggerita da Gianrico Carofiglio in questo breve saggio uscito per Einaudi, collana Stile Libero Extra. Il volume illustra la gioia dell’ignoranza consapevole e le straordinarie opportunità che sorgono da sbagli e scivoloni.
Dannoso è, invece, il non-sapere inconsapevole e presuntuoso.
“Ognuno di noi passa gran parte della sua vita a commettere errori e ad avere torto. Una fondamentale linea di demarcazione è fra quelli che ne sono consapevoli e quelli che non lo sono”, osserva Carofiglio in un capitolo intitolato ‘Gli errori rendono amabili’, illuminante frase di Goethe. Perché il grande scrittore tedesco affermava ciò? “Gli errori ci umanizzano agli occhi degli altri esattamente come pretendere di avere sempre ragione ci rende piuttosto odiosi”, è la riflessione di Carofiglio che nel libro riporta le esperienze di personaggi noti che hanno fatto tesoro dei loro flop. “Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri”, ha raccontato una volta Michael Jordan, leggenda del basket. Questi episodi però lo hanno reso più forte:”Ho fallito tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”.
Regola numero uno: imparare dai buchi nell’acqua. Il nostro sapere aumenta grazie ad abbagli e cantonate e alla nostra capacità di esserne consci. Tentare, sperimentare apre strade nuove:”Senza seguire un piano prestabilito, ma guidata dalle mie inclinazioni e dal caso ho realizzato l’imperfezione nella vita e nel lavoro. Il fatto che sia stata per me fonte inesauribile di gioia mi fa ritenere che l’imperfezione sia più consona alla natura umana che non la perfezione”, affermava Rita Levi Montalcini. Carofiglio in queste pagine ci rammenta che prendere lucciole per lanterne non è il finimondo, basta correre ai ripari.