FRANCESCO CANNADORO, “COME I BAMBINI SOTTO IL LENZUOLO” (AMAZON, Independently published, pp. 188 – 15,60 euro) Cosa accade quando la disabilità non diagnosticata di un figlio si abbatte su una coppia all’improvviso come un maglio? C’è chi prova a resistere all’urto, chi ne esce con le ossa rotte e chi fugge. O tenta di farlo.
A raccontare la sfera più intima della disabilità è Francesco Cannadoro: blogger, autore della pagina Facebook ‘Diario di un padre fortunato’, decine di migliaia di follower sui social e padre di Tommaso, affetto da una grave malattia neurodegenerativa che provoca un ritardo psicomotorio. Oggi Tommaso, non vede, non riesce a camminare, soffre di epilessia e si alimenta attraverso una peg. Una condizione che, giocoforza, ha impresso la propria forza deflagrante anche sulla vita di Francesco, che da barman è diventato content creator sui temi della disabilità, per lavorare da casa e stare il più possibile con l figlio, e della mamma, Valentina, che ha lasciato il lavoro di parrucchiera per dedicarsi a Tommi.
“Come i bambini sotto il lenzuolo” racconta la realtà di Federico: papà di Simone, affetto da una disabilità del tutto simile a quella di Tommaso, che si sente schiacciato da una situazione tanto pesante al punto da decidere di abbandonare il figlio e la madre del bambino, Serena. Garantisce soltanto, a debita distanza, un sostegno economico. Per il resto scompare totalmente, e quel figlio diventa il suo segreto. Ma la vita è bizzarra, e dopo qualche anno sarà costretto a fare i conti con quella scelta, a guardarsi dentro, ad ammettere le proprie fragilità: un passaggio necessario per tornare a vestire appieno i panni di padre. A fare da sfondo, le città di Milano – Cannadoro è lombardo – e Cattolica, la cittadina dell’Emilia-Romagna dove da alcuni anni Francesco e Valentina si sono trasferiti per permettere a Tommaso di godere della vicinanza del mare e dove hanno trovato una città più a misura di disabilità.
Il libro, scritto in uno stile fresco e immediato, scorre veloce, in un susseguirsi di emozioni, paure, e anche sorrisi.
Un racconto senza infingimenti e senza facili vie di uscita. Un testo che guarda negli occhi non soltanto la condizione delle famiglie che si trovano ad affrontare la disabilità, ma le singole persone coinvolte, ciascuna delle quali è costretta a modificare la propria normalità e la propria routine. Per trovarne una nuova.