JOYCE CAROL OATES, MACELLAIO (LA NAVE DI TESEO, PP 480, EURO 24). Joyce Carol Oates, da anni tra i grandi nomi che circolano per l’assegnazione del Nobel per la Letteratura, torna nelle librerie italiane con Macellaio, un romanzo tratto da una storia vera, su un manicomio femminile e i terribili esperimenti che uno scienziato ha perpetrato impunemente per decenni. Pubblicato da La nave di Teseo nella traduzione di Chiara Spaziani, il libro esce il 26 novembre ed è atteso l’arrivo in Italia, il 5 dicembre, della scrittrice americana che sarà al Noir in Festival a Milano per ricevere il Premio Chandler alla carriera, in collaborazione con La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.
Viaggio da incubo attraverso le regioni più oscure della psiche umana, con un romanticismo inaspettato, Macellaio vede il dottor Silas Aloysius Weir, accusato nel 1836 di un terribile esperimento su una neonata dalle tragiche conseguenze, costretto a cercare lavoro all’Istituto del New Jersey per donne malate di mente. Nel giro di poco tempo il dottor Weir trasforma l’Istituto nel suo regno e agisce indisturbato. Qui può continuare a sperimentare le sue macabre pratiche, senza alcun controllo. Per decenni ha la possibilità di usare donne povere e in difficoltà, trascurate dallo Stato e dalla sanità, come cavie umane, sottoponendole a esperimenti e privazioni grottesche.
Nonostante questo viene celebrato come il “padre della Gino-Psichiatria”, un pioniere della medicina chirurgica.
Weir è inoltre ossessionato da una giovane serva irlandese, Brigit Kinealy, che diventa non solo il suo principale soggetto sperimentale, ma anche l’unica in grado di contrastare il suo dominio di follia e terrore. Miscela di finzione e realtà, Macellaio è narrato dal figlio maggiore del dottor Weir, che ha ripudiato la brutale eredità del padre.