Fulvio Abbate, dopo il no alla sua autocandidatura al Premio Strega 2024 da parte del Comitato di Gestione, entra fra le proposte di questa edizione segnalato dalla scrittrice Sandra Petrignani che fa parte della giuria degli Amici della Domenica, con il suo romanzo Lo Stemma (La nave di Teseo). “La passione letteraria di Fulvio Abbate è anche spesso passione civile. In questo Stemma che si presenta programmaticamente come una sorta di anti-Gattopardo, la scena è naturalmente la Sicilia, in particolare Palermo, l’epoca: i nostri giorni” dice nella motivazione Petrignani.
“Quando è arrivato il no del Comitato, Sandra Petrignani mi ha scritto dicendomi ‘ti presento io di corsa’ e ha insistito molto. Inizialmente non ero molto convinto, ma dopo una settimana ho riflettuto e ho detto sì facciamolo. Il mio obiettivo adesso è la dozzina” dice all’ANSA lo scrittore. “Voglio vedere, posso anche immaginare, le facce di quelli che diranno: ‘fino adesso lo abbiamo fatto divertire, ma la dozzina non può contemplare il suo romanzo. Voglio arrivare alla dozzina per amor proprio e nei confronti del mio lavoro e di questo libro in cui credo enormemente” spiega lo scrittore.
“Fra l’altro – incalza – la discussione dello Strega non contempla mai la sostanza delle opere, ma sempre il potere o dei gruppi editoriali o di questo e quell’altro autore nel riuscire ad imporsi, mentre adesso quello che a me interessa è evidenziare la sostanza del mio romanzo che è un anti Gattopardo, che è un libro sulla mediocrità percepita come talento. Che mette in discussione tutta la retorica su questo immaginario siciliano aristocratico. Ancora adesso sulle ceneri di Lampedusa cresce un genere per l’appunto turistico-letterario. Mi riferisco alla narrativa che riguarda l’aristocrazia siciliana. Il personaggio femminile nelle mie intenzioni è una crudelissima parodia di una scrittrice siciliana che vive su quel tipo di feticci narrativi”.
Abbate dice anche: “ovviamente non cercherò voti e non farò telefonate. Il mio risultato lo ho già ottenuto, mi sono autocandidato sentendomi dire di no, nonostante il regolamento non dica esplicitamente che non ci si possa autocandidare. Il diritto, come spiegano i giuristi, è come la pelle del pene, estensibile. Dalle risposte che sto avendo mi sembra che su questa mia avventura ci sia abbastanza attenzione. Ho colto un certo entusiasmo anche da parte della casa editrice a cui non ho chiesto nulla”.