(di Paola Laforgia) “L’IA è il più potente strumento mai inventato, ma non ha morale, non distingue il bene dal male.
Se non regolamentata, può generare risposte pericolose, proprio per questo deve essere governata con etica. Questo vale sia per chi la utilizza sia per chi la sviluppa. Senza adeguati filtri e controlli, rischiamo di affidarci a una tecnologia che non ha senso della storia né percezione della realtà”. Lo ha detto Barbara Gallavotti, scrittrice, divulgatrice scientifica e storica autrice di programmi come Superquark e Ulisse, che nella seconda giornata del Libro Possibile a Londra ha presentato, nell’Istituto Italiano di Cultura, il suo ultimo libro ‘Il futuro è già qui’ (Mondadori), in conversazione con l’inviato del TG1 Marco Varvello.
A sostegno della sua tesi, la divulgatrice ha citato due esperimenti in cui l’IA “addestrata senza alcuna supervisione, alla domanda ‘con chi potrei passare una piacevole serata’ ha risposto Goebbels e Himmler, riconoscendoli come grandi comunicatori. Oppure quando “alla richiesta di aiuto di un utente depresso, il programma ha suggerito l’uso di pillole”.
Per Gallavotti, inoltre, esiste il rischio che l’equilibrio globale sulla tecnologia sia sempre più sbilanciato. “Oggi gli Stati Uniti guidano la produzione di IA, la Cina insegue con DeepSeek, mentre l’Europa è l’unico attore ad aver introdotto una normativa sull’argomento. Ma – ha aggiunto – se l’Europa non produce le tecnologie di cui ha bisogno, rischia di restare in balia delle regole imposte dagli altri”.
Gallavotti ha anche messo in guardia dai pericoli di un’informazione sempre più polarizzata che minaccia la democrazia: “Yuval Noah Harari ci ricorda che la democrazia si basa sulla capacità dei cittadini di prendere decisioni informate. Ma se a fornire i dati non sono più gli esperti, bensì opinioni personali spesso amplificate dai social, il rischio è che il sistema stesso collassi. Negli Stati Uniti vediamo una riduzione drastica dei finanziamenti alla ricerca e licenziamenti che minano il ruolo della comunità scientifica.
Indebolire chi studia la realtà significa compromettere la nostra capacità di scegliere consapevolmente”.
Tra i protagonisti della seconda serata del Festival anche Carlo Cottarelli, intervistato dal direttore dell’istituto italiano di cultura Francesco Bongarrà, e Michele Masneri. Oggi, il festival si conclude con la terza giornata di appuntamenti alla London Book Fair e all’Istituto Italiano di Cultura a Londra, in cui sono attesi, tra gli altri, il pluripremiato scrittore Jonathan Coe e il chimico e l’apprezzato fisico inglese Philip Ball, autore di libri divulgativi che sono autentici bestseller.