Eletto nel 1999 ‘Designer del Secolo’ da una giuria di 132 super-esperti, e citato più di 305mila volte nel motore di ricerca Google (dove quasi sempre è definito ‘Il più grande designer di automobili della storia’) Giorgetto Giugiaro compie 85 anni il 7 agosto.
Festeggia questo traguardo con la sua proverbiale pacatezza e genuinità, qualità quest’ultima che si ritrova nelle centinaia di vetture che portano la sua firma. Giorgetto Giugiaro – lo descrivono così gli addetti ai lavori – è un artista, un visionario, un manager che ha lasciato una grandissima impronta nell’evoluzione del mezzo a quattro ruote. Non solo con l’equilibrio delle sue auto (sempre proporzionate e coerenti da ogni angolo di visuale) ma anche con la capacità di precedere gusti ed esigenze del pubblico. Dote questa che gli ha anche permesso di indirizzare con i suoi progetti (significative da questo punto di vista la Volkswagen Golf e la Hyundai Pony) le strategie di crescita delle grandi aziende ed anche di far superare momenti di crisi.
Nato nel 1938 a Garessio, una cittadina in provincia di Cuneo, Giugiaro lascia i suoi luoghi d’origine per trasferirsi a Torino, dove s’impegna con passione e grande profitto negli studi in Belle Arti. Del resto suo padre, suo nonno e suo bisnonno erano tutti pittori ad olio e Giorgetto (che è il vero nome e non un diminutivo) sviluppa rapidamente grandi capacità artistiche.
L’occasione della vita arriva una prima volta quando uno dei suoi professori di Belle Arti gli suggerisce di entrare nell’industria automobilistica per mettere a frutto il suo talento. Inizia così a disegnare automobili e presenta alcuni dei suoi lavori a una mostra studentesca nel 1955, dove viene notato dal direttore tecnico della Fiat, Dante Giacosa. Il giovane Giorgetto Giugiaro viene assunto in Fiat e tre mesi dopo entra a far parte come illustratore del Dipartimento Studi Progettazione Veicoli Speciali per visualizzare in bozzetti all’acquarello e altre tecniche le idee dei creativi. Vi rimane per quattro anni, cioè fino a quando arriva la seconda occasione della sua vita. Accade nella residenza di Nuccio Bertone, già celebre carrozziere, in cui il padre Mario Giugiaro, apprezzato pittore, sta completando alcuni lavori. E’ cosi che le capacità di Giorgetto vengono segnalate (e subito apprezzate) all’imprenditore torinese. E la cosa permettere al giovane Giugiaro di unirsi nel 1959 al famoso centro stile del Gruppo Bertone. Giugiaro può così passare dalle illustrazioni alla creatività – davvero speciale – che si traduce in grandi progetti di Bertone come l’Aston Martin DB4 GT Jet Concept, la Ferrari 250 GT Concept, la Chevrolet Corvair Testudo Concept, la Fiat 850 Spider e dopo una collaborazione per definire la Gulietta Sprint, l’Alfa Romeo Giulia GT.
Dopo sei anni Giugiaro lascia Bertone per unirsi a un altro carrozziere italiano, Ghia, dove disegna tra l’altro auto per DeTomaso e Maserati. Ma già nel 1967, Giugiaro traduce la sua creatività – che va ben oltre lo stile – in una intuizione vincente, cioè unire il design con l’ingegneria, per fornire progetti ‘completi’. Lo fa formando una partnership con Aldo Mantovani assieme a cui crea un’azienda vicino a Torino, a Moncalieri, chiamandola inizialmente Sirp (Società Italiana Realizzazione Prototipi) e in seguito Italdesign. Il debutto avviene con l’avvio del progetto Alfasud e da allora il successo è rapido e soprattutto globale. Dalla fondazione, l’azienda produce oltre 200 progetti di stile e di engineering per clienti in tutto il mondo. Tra cui – per citare alcune delle auto non coperte dal segreto industriale – Maserati Coupé e Spyder, Alfa Romeo Alfasud, Audi 80, Lotus Esprit, Volkswagen Passat, Golf e Scirocco, Bugatti EB112, Saab 9000, Subaru SVX e DeLorean DMC 12. La mole di lavoro per il Gruppo Fiat è enorme: sono sue creazioni le Lancia Delta, Thema e Prisma e le Fiat Panda, Uno, Croma, Punto, nuova Croma, Grande Punto e Sedici.
Quelli della crescita di Italdesign sono anche gli anni della esplorazione di nuovi territori. Lo dimostrano creazioni originali come Megagamma, prima idea di auto ‘alta’, Biga che precorreva i concetti di microcar urbana e Machimoto che unisce la piattaforma di una 4 ruote con il modo di guidare e stare in sella di una moto. Ma anche di elegantissime ricerche di design: Alfa Romeo Schighera, Lamborghini Calà, Bugatti 18/3 Chiron, Aston Martin Twenty Twenty, Lexus Landau e Structura, realizzata sulla piattaforma di un’Audi A8. La firma di Giugiaro ha innovato anche molti altri settori, da quello dell’alimentare (il celebre formato di pasta Marille) all’arredamento; dal packaging alle macchine fotografiche; dai treni agli orologi; dal veicoli pesanti e i mezzi agricoli alle motociclette per Ducati e Suzuki. Auguri Giorgetto.