(di Mauretta Capuano) Riversa tutte le sue paure e inquietudini nella rete, Loris, 30 anni, che ha un lavoro precario in una casa editrice e una fidanzata di soprannome Jo.
È lui il protagonista del nuovo romanzo di Giulia Caminito, Il male che non c’è (Bompiani) con cui la scrittrice è tra le più attese a Pordenolegge il 21 settembre, nel giorno in cui si conclude la festa del libro e della libertà.
Dopo aver raccontato la sfida all’infelicita’ di Gaia nel romanzo Premio Campiello 2021 L’acqua del lago non è mai dolce, Caminito ha scelto questa volta una voce maschile per mostrarci l’ansia che divora Loris, la sua ipocondria, l’isolamento, il non sentirsi mai all’altezza.
“Volevo creare un filtro rispetto alle mie esperienze e non volevo fare un’autofiction, un memoir. Volevo trasformare il materiale personale in un romanzo. Non avevo mai avuto un singolo protagonista, così centrale, maschile. Mi ha dato la possibilità di raccontare un corpo e una psicologia diverse dalla mia e mi sono sentita più libera nella scrittura” dice all’ANSA Caminito.
Loris viene risucchiato nella spirale dei social, quando il suo corpo gli manda messaggi d’allarme cerca nella rete una risposta ai suoi malesseri. Il web è il suo alleato insieme a Catastrofe, una creatura fantastica che muta forma e lo soccorre nei momenti difficili.
“Ho provato a raccontare il rapporto molto cupo che si può avere con i materiali che si trovano online e che penso appartenga alla mia generazione, ma sicuramente anche alle ragazze e ai ragazzi più giovani. Esiste un dark web accessibile a tutti e a tutte. Si può entrare in delle spirali dolorosissime e spaventose” spiega Caminito che ha 36 anni. “La rete e quindi i social come catalizzatore hanno una potenza infinita. Ha cambiato il nostro modo di guardare alla realtà”.
Cosa pensa della vicenda Sangiuliano-Maria Rosaria Boccia? “Quello che mi ha colpito, tra le tante cose, è che lei si è potuta difendere, ma aveva già registrato quei contenuti, quindi aveva in qualche maniera pensato di poterli utilizzare. In una relazione normale è un pensiero che, almeno io, non avrei mai fatto. Tra le tante cose spaventose che riguardano questa come tante altre vicende c’è il fatto che gli strumenti che abbiamo oggi ci permettono di raggiungere molti obiettivi, anche perversi, ed è quello che nota Loris infiltrandosi sempre di più nel web. La rete è radicale, non c’è un rapporto neutro e si possono creare distorsioni”afferma la scrittrice.
“Quello delle prove registrate che poi vengono condivise è un tema di dibattito molto forte in America. C’è il caso di Johnny Depp e la ex moglie. Lei durante le loro discussioni lo registrava e sono state portate in tribunale le registrazioni delle loro discussioni private. Oggi c’è la sensazione che anche per avere giustizia, per tutelarsi sia necessario difendersi in questo modo. La possibilità che abbiamo di farlo è un tema anche inquietante” afferma.
Tutti, compresa la fidanzata, si allontanano sempre di più da Loris. A stargli vicino nei momenti più duri è Catastrofe. “È un personaggio psicofantastico come quello del mio primo racconto pubblicato in cui c’era una donna con il cancro la cui malattia era impersonificata da una bambina nascosta in un armadio. Qui nasce con la volontà di parlare della ipocondria, volevo che chi non ne ha mai sofferto la percepisse come una presenza multiforme. Catastrofe è a cavallo tra la migliore amica e la peggior nemica” racconta la scrittrice che ha vissuto queste cose.
Il finale è aperto e si intravvede un po’ di luce ma non è per nulla consolatorio.
“In futuro cercherò di ragionare sugli anni successivi. Vorrei scrivere un terzo romanzo per concludere questa ipotetica trilogia con una persona più vicina ai 40 anni. Non ho iniziato nulla, ho solo un personaggio in testa. Dopo l’adolescenza e i vent’anni di Gaia, l’inizio dei 30 anni con Loris vorrei indagare il periodo successivo in modo che questi tre libri riescano ad affrontare il tema da più punti di vista e in maniera più ampia” annuncia Caminito.