(di Mauretta Capuano) Non ha dubbi Merlin Holland, nipote del grande autore de Il ritratto di Dorian Gray: “Saranno i giovani a tenere in vita Oscar Wilde”. “Non credo che mio nonno abbia bisogno di altro aiuto da parte della sua famiglia.
Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. Ormai lui è lassù che sta volando verso il futuro e lo sta facendo grazie ai giovani che credono nelle stesse cose in cui credeva lui e per le quali è andato in carcere” dice Merlin Holland, protagonista di uno degli appuntamenti più attesi del giorno di chiusura della Fiera Più Libri Più Liberi, alla Nuvola dell’Eur a Roma, dove è venuto con ‘Essere figlio di Oscar Wilde. Il grande scrittore e la sua famiglia nel racconto inedito del secondogenito’, scritto da suo padre Vyvyan Holland e pubblicato per la prima volta in Italia da La Lepre Edizioni.
“Erano quattro le caratteristiche che Oscar Wilde aveva agli occhi della società vittoriana: la ribellione, l’integrità, l’individualismo e la sensualità. Quanti ragazzi oggi dai 18 ai 25 anni non direbbero ‘sì certo quelle sono qualità che voglio rivendicare, in cui credo’. Qualità che invece erano inaccettabili per la società vittoriana che appunto vedeva la ribellione come una minaccia per l’Impero britannico, che promuoveva il conformismo e dove l’individualismo, in un’epoca di ipocrisia, non poteva essere accettato. Una società in cui la sensualità non era assolutamente accettata, in cui a 18 anni si raccontava ancora ai ragazzi che i figli vengono portati dai cigni in volo” dice all’ANSA Merlin Holland spalancando i suoi occhi azzurri. “In Dorian Gray – ricorda – Oscar Wilde diceva che noi abbiamo bisogno di tornare a essere in contatto con la nostra sensualità, ma non in maniera decadente. Nella commedia L’importanza di chiamarsi Ernesto, Lady Bracknell dice ‘pensi che fra 150 anni Guendaline assomiglierà a sua madre’ e l’uomo con cui lei sta conversando afferma: ‘tutte le donne finiscono per assomigliare alla loro madre e questa è la loro tragedia e invece nessun uomo finisce per assomigliare a sua madre, e questa è la loro tragedia’. Quando il pubblico sente questo scambio scoppia sempre a ridere, ma in realtà Oscar Wilde sta affrontando una questione molto seria, ovvero che è importante per gli uomini essere in contatto con il oro lato femminile”.
Ma cosa è stato per lei essere nipote di Oscar Wilde? “Penso che un po’, come per mio nonno, il mio approccio nei confronti di questa storia sia sempre stato ambivalente: da un lato mi ha molto affascinato, a volte però è stato anche un peso nella mia vita. Penso di essere l’unica persona a cui è permesso dire ‘ogni tanto Oscar Wilde mi esaspera’”, racconta Merlin Holland e aggiunge con ironia: “rimango il suo segretario non pagato”.
Ha mai pensato di scrivere a sua volta un libro, dopo suo padre? “Sì, dovrebbe uscire l’anno prossimo in Inghilterra, spero anche in Italia. È la storia di tutto quello che è successo dalla fine del libro di mio padre fino ad oggi. Ci sono tante cose da raccontare ancora. Oscar Wilde ha esercitato una grandissima influenza anche dopo la sua morte. È stato citato in casi giudiziari più dopo la sua morte che quando era in vita.
Fino al 1918 viene indicata la sua cattiva influenza sulla letteratura e sulla cultura inglese. Scoppiano liti anche giudiziarie fra i suoi amici e nemici”. “Poi ovviamente racconto anche cosa ha significato per mio padre scrivere questo libro, lui non lo dice nel volume ma è stato molto difficile”.
In ‘Essere figlio di Oscar Wilde’ ci sono gli scandali, la vergogna della famiglia, i fantasmi degli amanti, la forza e l’importanza della moglie dello scrittore, Constance Lloyd e quattro racconti inediti di Wilde da un carteggio epistolare, senza cedere mai al rancore o all’autocommiserazione.
“Il mio sarà una continuazione di quella storia e degli echi che continuano ad esserci” anticipa Merlin Holland e poi corre al firmacopie dove lo aspetta una interminabile fila.