Quella di Giuseppe Toniolo è una figura spesso citata ma poco conosciuta. Così come il suo pensiero economico che ha avuto storicamente un influsso sulla cultura dei cattolici italiani e non su quella di economisti di altra ispirazione. “Necessaria” quindi ancora di più oggi la sua visione, in grado di legare etica ed economia, e tornata quindi di grande attualità. Ad accendere i riflettori su un economista “emarginato” perché “anticipatore”, come lo descrive anche Stefano Zamagni, arriva ora il nuovo libro di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. La presentazione si è tenuta a Solomeo, alla presenza dell’autore di “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica” (Ed. Vita e Pensiero, 364 pagine).
La cornice dell’incontro è stato il teatro Cucinelli con Brunello Cucinelli e il retto dell’Università degli Studi Maurizio Oliviero, con gli interventi moderati dalla giornalista dell’ANSA Monica Paternesi.
Il vescovo ha parlato di “lezione” e di profezia” delle quali si parla quando si cita Toniolo con un saggio che punta a colmare una lacuna, portando lo sguardo in modo sistematico e attualizzante sul suo Trattato di economia sociale, sugli altri scritti e in particolare sulla chiave del pensiero, il rapporto tra etica ed economia. “Toniolo – ha detto monsignor Sorrentino – parlava di etica come fattore intrinseco dell’economia e passò una vita a dimostrarlo ma per questo è stato considerato un eretico. Proprio questa prospettiva serve oggi di fronte a un’economia globale alle prese con questioni drammatiche come la disuguaglianza, la povertà e il dissesto ecologico”.
“Ci vuole una capitalismo contemporaneo” ha commentato Cucinelli. “Le regole del capitalismo – ha aggiunto – non possono essere quelle di 100 anni fa, ogni cosa che compri e vendi deve essere venduta e acquistata al giusto prezzo”.
Il rettore Oliviero ha poi ricordato che Toniolo “era sì un economista ma per molti era considerato un sociologo”. “E’ proprio per la complessità e modernità del suo ragionamento – ha aggiunto – che serve oggi per una lettura contemporanea di fenomeni complessi”.