BJÖRN LARSSON, FILOSOFIA MINIMA DEL PENDOLARE (IPERBOREA, PP 224, EURO 18) Nella sua esistenza nomade e vagabonda a bordo di una barca, lo scrittore svedese Björn Larsson ha vissuto anche quarant’anni di sfiancante pendolarismo tra Danimarca, Svezia e Italia per lavoro e per amore. Durante i suoi numerosi viaggi – in traghetto, treno, bus e qualche aereo – ha osservato le abitudini e le nevrosi dei pendolari, incluso se stesso. È nato così un libro divertente, ‘Filosofia minima del pendolare’, pubblicato da Iperborea nella traduzione di Andrea Berardini, in cui episodi di vita vissuta diventano occasioni di riflessione e l’elegante lingua della letteratura si mescola al buffo chiacchiericcio quotidiano dei viaggiatori.
Si passa da spunti su come scegliere i migliori posti sui mezzi di trasporto agli snervanti imprevisti che spesso tocca affrontare, passando per l’arte di trovare il tragitto più breve a considerazioni profonde sulla decadenza del linguaggio e le trasformazioni della società, con un occhio attento ai cambiamenti nel modo in cui viaggiamo.
Tra citazioni dai miti letterari come Martinson e De Beauvoir, Orwell e Beckett, non mancano critiche al capitalismo e riflessioni sull’isolamento durante la pandemia, che ha toccato profondamente chi, come lui, trova nel viaggio una ragione di vita.
Con leggerezza e un’ironia che si fa comicità, Larsson, autore di libri come La vera storia del pirata Long John Silver e Il porto dei sogni incrociati, vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Grinzane Biamonti e il Premio Elsa Morante, trasporta i suoi temi classici, come il viaggio, lo sradicamento e il bisogno di libertà, dal mondo romanzesco dei mari a quello quotidiano e urbano del trasporto pubblico.