La lettura va forte tra i ragazzi della generazione Z, tra i 14 e i 17 anni. Ma si sposta sui device o sulle piattaforme e i contenuti sono estremamente variegati. Lo rivela una ricerca promossa dal Cepell (Centro per l’educazione al Libro e alla Lettura) e Ifg dell’Università di Urbino, insieme all’Ipsos, contenuta nel libro “Il futuro del leggere”, presentato durante il Festival del Giornalismo Culturale a Urbino, dedicato quest’anno al tema della lettura : “Leggere per…Il futuro del giornalismo culturale nell’era degli schermi”. L’indagine “Lettura e Generazione Z” è stata condotta tramite questionari su 2.000 ragazzi e ragazze, l’88% frequentano 9 istituti superiori di varie città (compreso un istituto professionale), il restante 12% non studia, di età compresa tra 14 e 19 anni. “Non è vero che oggi si legge di meno. È vero però che si legge su altri device, in momenti diversi rispetto al passato” ha spiegato Lella Mazzoli, direttrice del Festival e componente del team di ricerca. “E non è morta la carta – ha aggiunto -. I ragazzi e le ragazze non disdegnano il libro tradizionale, amano l’odore della carta, alcuni ‘fanno le orecchie’, altri sottolineano o evidenziano”.
Ma accanto alla lettura su carta ci sono “kindle, e-book, chat, commenti, sottotitoli delle serie tv e dei film”. Ormai domina la lettura sulla smartphone: 88% messaggi personali, 35% in-game chat, 68% articoli su siti di news, 49% sottotitoli di video on line, mentre su pc e tablet c’è minore attività di lettura. La modalità di combinare ascolto e lettura è ritenuta fondamentale, soprattutto tra i 16-19enni. Su carta si preferisce leggere racconti, romanzi, saggi; on line notizie e fatti di attualità. E il 46% dei giovani che legge, pubblica o sui social network o su siti specifici come wattpad. “La lettura non è di serie A o di serie B – conclude il curatore del libro Angelo Piero Cappello, direttore del Cepell – a seconda di dove la si pratica. Non è dimostrato che ‘il lettore digitale’ (nativo o acquisito) sia, per capacità cognitive, inferiore o superiore al suo omologo tradizionale'”.