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Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz muore sessantaduenne a Motta di Livenza un 13 settembre del 1928, è stato uno scrittore e drammaturgo italiano. Lo scrittore è stato colpito da crisi cardiaca all’indomani di un incidente automobilistico in cui è rimasto coinvolto con la moglie, il nipote e l’autista. Era nato a Trieste il 19 dicembre del 1861.
Italo Svevo, di formazione culturale mitteleuropea, deve il suo pseudonimo alla fusione delle influenze italiane e tedesche che hanno segnato la sua educazione. Inizialmente impiegato bancario per ragioni economiche, ha gradualmente intrapreso la scrittura, cominciando con articoli e racconti. Nel 1892, ha completato il suo primo romanzo, “Una vita,” seguito da “Senilità” nel 1898. Tuttavia, è stato il suo capolavoro, “La coscienza di Zeno,” pubblicato nel 1923, che lo ha portato all’attenzione critica.
Svevo, il cui background formativo è stato influenzato dagli scrittori realisti francesi e dalle idee filosofiche di Schopenhauer e dagli scritti di Sigmund Freud, ha introdotto nella letteratura italiana una prospettiva analitica del reale, caratterizzata da una costante introspezione e una sensibilità acuta nei confronti delle sfumature della coscienza. La sua esplorazione dell’inconscio, spesso arricchita da elementi di ironia e grottesco, occupa un ruolo centrale nelle sue opere, che presentano invariabilmente eroi negativi, tormentati da una “malattia” che altro non è se non il riflesso della crisi esistenziale di una società priva di valori solidi.