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Helga Schneider è nata in Polonia nel 1937 da genitori austriaci che vivevano a Berlino. Durante la sua infanzia a Berlino con il fratello Peter e la nonna paterna, i genitori, rispondendo alle richieste espansionistiche del Terzo Reich nel 1941, abbandonarono la città , lasciandoli dietro. Mentre il padre era al fronte, la madre si impegnò come membro delle SS a sorvegliare i campi di sterminio. La nonna svolse un ruolo cruciale nella crescita di Helga, che affermerà molti anni dopo di aver imparato da lei il significato della parola amore.
Nel 1942, il padre decise di risposarsi, portando la nuova matrigna nella casa di Berlino. La vita con la matrigna si trasformò in una “guerra nella guerra” per la giovane Helga, poiché la nuova moglie non accettava la bambina e la allontanava in un collegio per ragazzi indesiderati dalle famiglie.
Alla fine del 1944, una zia acquisita coinvolse Helga e suo fratello nell’operazione propagandistica dei “piccoli ospiti del Führer”, portandoli nel famoso bunker per incontrare personalmente Adolf Hitler.
A diciassette anni, Helga fuggì di casa e lavorò nelle birrerie per sostenere i suoi studi. Nel 1971, venne a conoscenza dell’esistenza in vita della madre e la incontrò due volte, scoprendo che il passato di sua madre come membro delle SS era ancora orgogliosamente conservato nella memoria. Questi incontri dolorosi e traumatici ispirarono il suo libro del 2001, “Lasciami andare, madre”.
Dal 1963, Helga vive in Italia, dove ha pubblicato numerosi libri che hanno ricevuto importanti riconoscimenti. Nel 2003, il suo libro “Stelle di cannella” le valse il Premio Elsa Morante nella sezione ragazzi, trattando la storia di amicizia e pregiudizio tra due ragazzi durante la propaganda nazista.