La ricerca letteraria del giorno su #babelezon
Morì al Castle Cottage vicino a Sawrey nell’Inghilterra il 22 dicembre 1943 a causa di una polmonite e di complicazioni cardiache.
Helen Beatrix Potter nasce a Londra nel 1866. Autrice di libri illustrati per l’infanzia, ebbe un enorme successo, fu tradotta in 35 lingue e vendette oltre cento milioni di copie nel mondo. Tra i tanti personaggi da lei realizzati, il più celebre fu senz’altro Peter Rabbit, tradotto in italiano come Peter Coniglio.
Sceglie di seguire la sua passione per le scienze naturali e il disegno, imponendosi, nonostante i molti pregiudizi, in un panorama accademico prettamente maschile. Fin da piccola dimostra grande interesse per il disegno e la natura, dedicando molto tempo, insieme al fratellino minore, all’osservazione diretta e alla realizzazione di dettagliatissimi schizzi di animali e piante. Questa passione è sostenuta anche dai genitori, che coltivano le arti a livello amatoriale e dai frequenti viaggi della famiglia di origine nelle proprietà in Scozia e nella regione dei Grandi Laghi. Ciononostante, l’Accademia di Scienze britannica, la Royal Society, rifiuta di pubblicare le sue illustrazioni scientifiche in quanto donna e in seguito, per lo stesso motivo, la Linnean Society di Londra non le permetterà di presentare al proprio consiglio di scienziati la sua teoria sulla germinazione delle spore fungine.
A partire dal 1890 circa, il suo principale interesse in campo naturalistico divennero i funghi: iniziò a raffigurarli con l’acquerello, conquistata dal loro aspetto così affascinante e dai loro colori vividi. Ben presto però cominciò a studiare più nel dettaglio gli aspetti scientifici degli esemplari che raffigurava.
Iniziò a raccogliere per conto suo campioni di vario genere, li osservò con attenzione al microscopio e creò illustrazioni sempre più dettagliate e scientificamente corrette, con sezioni in cui si potevano distinguere le varie parti interne dei funghi e persino le loro spore. Interessata proprio da queste ultime, Potter iniziò a effettuare esperimenti sulle spore stesse, studiando la loro germinazione e lo sviluppo successivo dei funghi adulti. Approfondì la conoscenza di questi organismi e la loro classificazione grazie all’incontro col naturalista amatoriale Charles Mclntosh. Inoltre lo zio Henry Roscoe, che era un chimico piuttosto conosciuto ai tempi, presentò la nipote al direttore dei Kew Gardens, William Thistleton-Dyer, in modo che Beatrix potesse approfondire le sue conoscenze nel campo della micologia.
Gli studi e le illustrazioni scientifiche di Potter, nonostante l’assoluta accuratezza e fedeltà agli originali, furono però visti con scetticismo da parte dei naturalisti dell’epoca, per il semplice fatto che l’autrice era una donna. Nel 1897, Potter sviluppò una sua teoria sulla germinazione delle spore dei funghi Agaricus. Scrisse un articolo scientifico in cui veniva presentata questa teoria, intitolato On the Germination of the Spores of the Agaricineae. Lo scritto venne presentato alla prestigiosa Linnean Society di Londra, ma l’autrice non poté partecipare all’evento perché ai tempi l’accesso all’istituzione era precluso alle donne (e fu così fino al 1905). Lo studio non venne preso in seria considerazione e la stessa Potter lo ritirò, presumibilmente per apportare delle modifiche. Non si hanno altre notizie su quella ricerca, che non venne mai pubblicata e andò perduta. Fu solo cento anni dopo, nel 1997, che la Linnean Society espresse le sue scuse pubbliche per non aver dedicato la giusta attenzione ai contributi scientifici femminili.
È, quindi, con la carriera letteraria che Beatrix giungerà alla fama, come autrice di testi e illustrazioni di libri per l’infanzia, un ambito nel quale un’opera femminile poteva essere accettata più facilmente.
Le illustrazioni di Beatrix Potter, eseguite soprattutto con la tecnica dell’acquerello e dell’incisione, hanno come protagonisti gli animali antropomorfi della campagna inglese, con i quali per anni l’autrice convive. Sono racconti più o meno lunghi, tutti molto poetici e con un messaggio educativo ricorrente: la disobbedienza e il contrasto tra madri troppo premurose e cuccioli irrequieti e curiosi di sperimentare il nuovo. I suoi animali, pur dolcissimi e aggraziati, non sono stereotipati, come spesso accade nel mondo delle fiabe, ma incredibilmente realistici sia nelle fattezze, che nei comportamenti.
La ferma volontà di vivere nel rispetto della natura e di preservare la fauna locale, tenendo a debita distanza il turismo di massa, pervade Beatrix Potter a tal punto che a quarantasette anni si trasferisce con il marito in una grande fattoria a Sawrey, nella sempre amata Regione dei Laghi, dove comincia ad allevare pecore, continuando a circondarsi degli adorati cani e gatti; ha anche un porcospino chiamato Mrs. Tiggy-Winkle. Comincia così una nuova fase della vita di Beatrix Potter, costretta ad allontanarsi dalla scrittura per un grave problema alla vista; ella si dedica anima e corpo alla conservazione del territorio, al lavoro agreste e, soprattutto, all’allevamento, cercando sempre nuovi rimedi biologici per curare le più comuni malattie che colpiscono le sue amate pecore. Dalla sua fattoria osserva con orrore la furia distruttiva della Seconda Guerra Mondiale, rivelando nelle sue conversazioni la preoccupazione e l’angoscia al pensiero che la modernità, col suo incedere frenetico e inarrestabile, possa annientare la natura. Alla sua morte, il 20 dicembre 1943, lascia al National Trust – l’organizzazione che si occupa di conservare e proteggere l’eredità storica e naturale di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord – quasi tutte le sue proprietà, ora incluse nel National Park of Lake District, comprendenti oltre quattro mila ettari di terra, sedici fattorie, diversi cottage, mandrie di bestiame e pecore Herdwick.