In vista delle elezioni di settembre e della nuova legislatura, l’AIE, Associazione Italiana Editori, ha diffuso un manifesto che presenta le richieste degli editori ai partiti politici e ai loro rappresentanti. Il manifesto, che si concentra su 5 punti fondamentali per la diffusione e la tutela del libro in Italia, è stato diffuso il 5 settembre e intende suggerire come far fronte a problemi più che concreti per il mondo del libro e dell’editoria del nostro paese.
Quattro priorità per il libro in Italia. Sono quelle identificate nel documento dell’Associazione Italiana Editori (AIE) diffuso come proposta di lavoro per la prossima legislatura.
Andiamo con ordine, e iniziamo con l’osservare i numeri, sempre rivelatori dello stato attuale delle cose. Il settore del libro muove 3,4 miliardi di fatturato e interessa 5.200 case editrici, 5.000 librerie, oltre 70.000 occupati nella filiera: “È la prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa – si legge nel documento. E l’editoria europea è leader al mondo. Il libro è cultura: è piacere di leggere, approfondimento, strumento per la scuola, l’università, le professioni, il lavoro. Per questo il libro contribuisce alla crescita economica e sociale del Paese”.
La prima proposta è quella per far fronte alla crisi della carta, i cui costi sono aumentati fino all’80% negli ultimi 6 mesi: “Chiediamo per i libri il credito di imposta già previsto per giornali e periodici, essenziale per la sopravvivenza di molte aziende. L’intero sistema è oggi in pericolo per l’emergenza carta. La crisi energetica ha fatto esplodere i prezzi, già in crescita per l’uso di carte e cartoni di imballaggio, e ridotto la disponibilità di carta sul mercato”.
“Il futuro del libro dipende dalla sua capacità di continuare a rinnovarsi – si sottolinea nella seconda proposta. Il settore aspetta da anni una legge di sistema che guardi al lungo periodo, con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per tutta la filiera”.
La terza proposta si basa invece sulla valorizzazione del diritto d’autore e sulla lotta alla pirateria, un fenomeno sempre più in crescita, che distrugge ben 771milioni di fatturato ogni anno e 5.400 posti di lavoro: “L’industria del libro si basa sul diritto d’autore, che va difeso e valorizzato sempre più nella società digitale. L’editoria soffre per l’alto livello della pirateria per cui sono necessarie misure efficaci di contrasto, se si vuole dare un futuro di lavoro alle giovani generazioni”.
Fra tutte le proposte inserite nel documento, la quarta è forse la più strategica, e riguarda nello specifico la lettura, perché più libri significa più cultura e quindi più Paese.
A partire dalla scuola, dai bambini e dai ragazzi: “Costruiamo insieme un futuro migliore per il nostro Paese – conclude il documento – sostenendo l’acquisto di beni e servizi culturali, dando continuità alla 18App e sviluppando strumenti analoghi per altre categorie di cittadini. Aiutiamo le famiglie e gli studenti nell’acquisto di libri di studio per scuola e università. Sosteniamo le infrastrutture della lettura: biblioteche e librerie, in particolare nelle aree svantaggiate”.
Il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Franco Levi, ha sottolineato l’importanza delle proposte avanzate dai rappresentanti della categoria e del gesto stesso di presentare un manifesto che riunisse gli intenti di tutti gli editori:
“Stiamo chiedendo un’attenzione per il mondo del libro che sia all’altezza del ruolo che essa svolge nell’economia e nella società nazionali. Per questo le consideriamo come proposte non solo per il nostro settore ma il futuro del Paese”.