– ROMA, 29 MAG – ANDREA COTTONE, 1993 IL ROMANZO DELLE STRAGI (ALIBERTI EDITORE, PP. 230, EURO 17,90) Le stragi in Italia del 1993 e tutto ciò che si è mosso dietro, raccontate in una non fiction novel attraverso il punto di vista di un narratore inesperto, a tratti impacciato, che conduce il lettore, pagina dopo pagina, a comporre il puzzle delineando “gli intrighi e i giochi di potere di un’Italia, quella degli anni ’92 e ’93, sulla quale ancora troppo poco sappiamo. Forse perché abbiamo paura di scoprire quello che è davvero accaduto, e che ha dell’indicibile e dell’incredibile: una trama di interessi e complicità che fa rabbrividire e indignare” come recita la quarta di copertina.
“1993 il romanzo delle stragi” con prefazione di Marco Travaglio, utilizza la forma del romanzo per rivelare, carte alla mano, il composito contesto in cui sono nate le stragi in Italia fra la prima e la seconda Repubblica. A principio del testo c’è, infatti, un avvertimento: “Tutti i contenuti che seguono sono integralmente tratti da atti giudiziari e di polizia giudiziaria”. La storia, ambientata nel lasso di tempo del governo Monti (novembre 2011-dicembre 2012) vede un giovane alle prese con una tesi di laurea che finisce per essere una vera e propria inchiesta. Nello sviluppo della trama, il lavoro si incrementa continuamente di nuovi elementi, punti di vista e nuove chiavi di lettura. Si parte dall’esecuzione materiale delle stragi, passando poi ai mandanti interni, al movente e agli effetti che ne sono derivati. Poi si allarga l’orizzonte della ricerca, si risale alle origini della strategia portata avanti in tutti quegli anni, si entra in uno “scenario criminale” fino a narrare le trame più oscure.
Il romanzo è caratterizzato anche da alcuni “gialli informatici” che si verificano nello sviluppo della storia e di un hacker che funge da co-protagonista. Così come di testimoni interessati ed abili e spietati manovratori che puntano a obiettivi ben più alti e importanti di una semplice tesi di laurea. Il protagonista, man mano che va avanti, mostra doti non chiaramente apprezzabili all’inizio del racconto ed è costretto a ricominciare il lavoro scoprendo che la strategia degli attentati nasce molto tempo prima, per diversi motivi e da ben altre menti che non quelle di Cosa nostra. Scopre una storia che proprio non conosceva, che gli appare lontana dalla realtà corrente. Il racconto si conclude con un colpo di scena che disvela diversi punti seminati nell’arco della storia e che consente al lettore di avere un quadro completo.
L’autore, il giornalista e comunicatore Andrea Cottone, narra le vicende con un linguaggio semplice, anche nelle sue parti più astruse, con l’intento di spiegare in maniera comune anche le evidenze giudiziarie complesse, una storia e un contesto, come quello dell’Italia del 1993, che rispetto ai nostri giorni appare molto lontano, poco esplorato e quasi dimenticato.
“Questo libro è uno strumento indispensabile per dare la sveglia a un Paese che non può più delegare ai parenti delle vittime di mafia e a un pugno di magistrati e di giornalisti il dovere della memoria e il diritto alla verità e alla giustizia” chiosa Marco Travaglio nella sua prefazione. .