MAURO LIGGI “ALLA TERRA I MIEI OCCHI”, (INTERNO LIBRI, PP 74 , EURO, 13).
La vita da assaporare, coi suoi sentori ora aciduli come il limone, ora dolci e succosi come una melagrana. Quella che fugge via e ha il sapore di un omogeneizzato, collante tra l’infanzia e la vecchiaia. Il dolore sordo “suadente e dilaniante” da anestetizzare, la morte da esorcizzare, spiata attraverso i mille pertugi, nel suo avvicinarsi, per cercare – invano – di svelarne il mistero. Lo stupore, la paura, l’amore per la vita, l’ amore, sopra tutto e nonostante tutto. In un condensato di parole, immagini “Lenzuola come vele ammainate all’ingresso del porto”, Mauro Liggi, poeta, fotografo e medico chirurgo cagliaritano, incide, annota nella pagina e nella memoria, i nodi cruciali, risolti e irrisolti del suo vivere. Per purificarli attraverso la voce poetica. Tra l’ansia del dire e la sacralità del tacere.
“Alla terra i miei occhi”, Interno libri edizioni, è il suo terzo lavoro in versi. Il volume è alla sua prima ristampa.
“Segnali di fumo” edito nel 2022 da Altromondo, si è classificato 3/o al premio Bruno Rombi al festival Liberevento.
Liggi è attivo nella divulgazione della poesia attraverso la promozione di incontri. “Alla terra i miei occhi” si avvale della prefazione della storica Anna Segre. Da una pagina all’altra scorrono, come proiettati su uno schermo ideale, i suoi fermo immagine. Racconti per quadri, piccole istantanee della sua storia individuale, della sua interiorità lacerata e poi incerottata e ricomposta da “sensi di colpa prescritti”, “errori mai commessi perdonati “perché era vita non un processo”. Tra ricordi, dialoghi a distanza, confessioni, i suoi versi raccontano piccole gioie e dolori, i sacrifici del vivere quotidiano, passione e carnalità, perdite e abbandoni, rimpianti, complicità mancate, addii, desideri irrealizzati, “una vita intera senza potersi avere”.
Con pochi tratti delinea situazioni, atmosfere con degli strati di nero, ma come un disegno graffito, incidendo la superficie emergono ombre di colore e di luce. Le sue parole ribollono in pentola. “Quando saranno pronte verranno a galla”.
La poesia di Liggi scandisce il trascorrere delle ore e dei giorni, il tempo, dall’infanzia al presente, con lo sguardo al futuro. Segue il ritmo delle stagioni, di una vita ricca di frutti ancora acerbi, ma anche di primizie, rare, pregiate, incastonate tra le 74 pagine.