SARA DORIS, ENNIO MIO PADRE (PIEMME, PP. 224, EURO 19,90) Disponibile in libreria il memoir Ennio, mio padre di Sara Doris, edito da Piemme. Il volume traccia un ritratto, pubblico e privato, del fondatore di Mediolanum. Imprenditore ed innovatore del settore bancario italiano, Ennio Doris è morto nel 2021 all’età di 81 anni.
La figlia Sara, classe ’70, è vicepresidente di Banca Mediolanum e presidente del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Mediolanum. Mamma di 5 figli, è anche presidente della Fondazione Ennio Doris, istituita insieme alla madre Lina e al fratello Massimo nel 2022, per agevolare il percorso formativo di studenti meritevoli provenienti da contesti socioculturali non favorevoli. Alla Fondazione Ennio Doris sono destinati tutti i proventi del libro.
“Ha avuto la fortuna, Ennio Doris, mio padre, di aver messo a fuoco molto presto il miglior talento che aveva. Suo, senza però appartenergli. Per lui, avere una capacità, una dote particolare, voleva dire aver ricevuto una risorsa da mettere a disposizione di tutti. Di proprio, un uomo di talento ha solo la responsabilità di mettere a frutto ciò che gli è stato affidato, a beneficio del mondo. Di questo era convinto”, dichiara l’autrice.
I valori di Ennio Doris, sottolinea Sara, sono stati sempre la famiglia, le relazioni umane, la cura per il prossimo, stelle polari insieme a impegno, umiltà, ottimismo.
Nato a Tombolo, in provincia di Padova, l’infanzia di Ennio è stata povera e felice: giocava scalzo con un pallone improvvisato. Da grande realizzò i suoi sogni senza mai indietreggiare davanti agli ostacoli. Un visionario e un banchiere stimato che quando fallì Lehman Brothers risarcì i propri clienti.
La prefazione del volume è affidata al fratello di Sara, Massimo Doris che ricorda quando da bambino, a otto anni, pedalò insieme al padre per 70 chilometri da Tombolo al Cant del Gal, sopra Fiera di Primiero. Il ciclismo era una delle passioni di Ennio Doris. Massimo si sofferma anche sull’amore che legava i suoi genitori: “Il sorriso della sua Lina è sempre stato la sua più grande vittoria”, scrive.