CARMEN BELMONTE, A DIFFICULT HERITAGE (SILVANA, PP. 232, EURO 48). L’arte durante il fascismo è al centro del volume ‘A Difficult Heritage, the Afterlives of Fascist-era Art and Architecture’, raccolta di saggi curata da Carmen Belmonte, docente di Roma Tre. Il volume è stato pubblicato nella collana della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte a Roma con il sostegno dell’American Academy in Rome.
“Il libro – spiega Belmonte – è stato scritto in inglese per dare un respiro internazionale alla ricerca e favorire una prospettiva comparativa. Raccoglie interventi di quattordici studiosi che si sono interrogati sulle ragioni di questa sopravvivenza con un approccio comparativo. L’eredità artistica e monumentale fascista, nonostante alcuni esempi di iconoclastia contro le immagini di Mussolini subito dopo il 25 luglio 1943, e gli interventi di rimozione attuati nel processo di defascistizzazione è poi entrata a far parte negli Anni ’80 del patrimonio culturale nazionale”.
Come gestire l’arte e l’architettura fascista nell’Italia repubblicana antifascista? Come pensare una rilettura o ricontestualizzazione di questo patrimonio in chiave democratica? Sono i punti salienti del testo. Tra i vari modi di gestione dei resti materiali dell’epoca, uno è il restauro filologico, come è accaduto all’Italia tra le arti e le scienze, dipinto murale di Mario Sironi nell’Aula Magna del Rettorato della Sapienza. Un altro è la conservazione critica. Come è avvenuto a Bolzano, dove una scritta illuminata a led di Hannah Arendt,’ Nessuno ha il diritto di obbedire’, è stata sovrapposta al monumentale bassorilievo fascista decorato con l’immagine di Mussolini a cavallo e il suo slogan ‘credere, obbedire, combattere’. Il saggio raccoglie contributi di Luca Acquarelli, Joshua Arthurs, Franco Baldasso, Carmen Belmonte, Liza Candidi, Pippo Ciorra, Mia Fuller, Alessandro Gallicchio, Davide Grasso, Hannah Malone, Lucy Maulsby, Giuliana Pieri, Dell Upton, Rosalia Vittorini, Adachiara Zevi.