MARIAGLORIA FONTANA, VIENI DAL BUIO (CASTELVECCHI, PP. 128, EURO 17.50) Storia di irrefrenabili passioni, sguardi roventi, incontri piccanti. “Avevo fame, fame di infedeltà, d’adulterio, di menzogne e di morte”, recita una delle frasi in esergo tratta da “Hiroshima Mon Amour” di Alain Resnais, film scritto da Marguerite Duras. “Una furia di fiamme ancestrali” avvolge i personaggi di “Vieni dal buio”, nuovo romanzo di Mariagloria Fontana, uscito per Castelvecchi.
La trama, abbondante di rimandi cinematografici – Mike Nichols, Woody Allen, Bernardo Bertolucci e molti altri – segue le avventure di Nora che sta per sposare Paolo ma un bel giorno perde la testa per un tal Max, casanova gotico dai lunghi capelli corvini, un tipo dall’aspetto “cupo” e “torvo”, che ben si adatta alle atmosfere del Dracula di Francis Ford Coppola o di Sid & Nancy di Alex Cox. “La crudeltà con cui talvolta Max la prendeva a letto era vertigine pura per Nora”. Per Nora “il corpo non era un oggetto da santificare, amava viziarlo e addestrarlo ai piaceri”. La relazione tra i due amanti sfocia in un intreccio di eros e thanatos. “Max si nutriva della bocca carnosa e si induriva prima ancora negli occhi umidi e nebbiosi di Nora, volti a compiacere lo sguardo di lui”.
L’ambientazione oscilla tra Napoli, “tumultuosa” e con “il mare inquieto”, Roma e un’affascinante Parigi dal cielo grigio.
Max trova Nora “erotica” e le racconta “della sua passione per gli scrittori morti suicidi: Hemingway, Pavese, Wallace, Levi”.
Il testo è ricco di echi letterari: “Un grazie agli scrittori e alle scrittrici che amo presenti e sottintesi/e qui: Michel Houellebecq, Philip Roth, Sandro Veronesi, Emanuele Trevi, Goffredo Parise, Marguerite Duras, Clarice Lispector, Teresa Ciabatti, Luca Ricci, Viola di Grado”, scrive Mariagloria Fontana nei ringraziamenti finali.