Prima, lunga intervista al regista Joe Wright e al vincitore del Premio Strega Antonio Scurati in vista del debutto al prossimo Festival di Venezia di “M – Il figlio del secolo”, attesissima trasposizione targata Sky e Fremantle del primo romanzo della trilogia dello scrittore e giornalista sull’ascesa di Benito Mussolini. Tanto nel realizzare la serie, quanto nella stesura della trilogia bestseller edita da Bompiani, “se ci sono momenti in cui gli spettatori si lasciano travolgere dall’energia propulsiva dell’ascesa al potere del politico milanese, è esattamente ciò a cui puntavamo”, dicono il regista e lo scrittore.
Tratta dal primo romanzo documentario omonimo di Scurati, che da solo ha venduto più di 600mila copie in tutto il mondo, specie in Italia – scrive il Guardian – la serie toccherà sicuramente un nervo scoperto, rischiando di spaccare l’opinione pubblica e di passare, come il romanzo, per un prodotto capace di “normalizzare” il padre fondatore del fascismo e le sue idee.
Ma, spiega Wright – premiato regista di “Espiazione” e “L’ora più buia” – il problema sarebbe quello opposto: “Demonizzare Mussolini e i suoi ci assolverebbe da una responsabilità morale, ma penso che sarebbe davvero pericoloso”. E prosegue “Quello che, al contrario, spero di ottenere con la serie è che a volte il pubblico si lasci sedurre da Mussolini e si entusiasmi per quello che fa”. Gli fa eco Scurati, autore del romanzo di partenza nonché del soggetto della serie Sky Original, scritta da Stefano Bises e Davide Serino: “Sono pienamente convinto che l’Italia e l’Europa non faranno mai i conti con il fascismo se trascuriamo di affrontare un fatto fondamentale: eravamo fascisti. Tutti noi siamo stati sedotti. Dobbiamo sentirci responsabili di quel capitolo della nostra storia”. Per rafforzare l’antifascismo, “le storie sulle radici storiche del movimento – continua – non possono più basarsi esclusivamente sul punto di vista di coloro che vengono perseguitati: il motivo per cui ho iniziato tanti anni fa a scrivere su Mussolini è perché sentivo un bisogno urgente di rompere quello che chiamo il paradigma della vittima”, ha spiegato.
La serie, che nelle parole di Wright sarà “un mashup di Scarface, L’uomo con la macchina da presa (documentario sovietico muto, ndr) e la cultura rave degli anni ’90”, e che per il Guardian immerge lo spettatore direttamente nel bagno di sangue, sudore e testosterone che ha dato origine al culto attorno all’uomo che i suoi seguaci chiamavano Il Duce, vede Luca Marinelli nei panni di Mussolini, che rompe continuamente la quarta parete per parlare direttamente al pubblico, invitandolo a unirsi alla sua causa: “Seguitemi, mi amerete anche voi. Vi farò diventare fascisti” lo si sente dire già nelle prime immagini, che anticipano ciò che si vedrà negli episodi che saranno presentati fuori concorso alla 81esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica. Il pubblico dovrà attendere l’inizio del prossimo anno per vederla su Sky e Now.